Visualizzazione post con etichetta Internet. Mostra tutti i post
Shopify vs Woocommerce: mettiamoli a confronto
Shopify
rappresenta una delle più interessanti novità nel campo della gestione e
creazione di nuovi e-commerce. Di certo ha portato un’interessante ventata di
novità in questo settore, per questo vogliamo mettere Shopify a confronto con
Woocommerce cercando di capire chi prevale tra i due e chi vincerà questa
sfida: Shopify vsWoocommerce.
Dalla
parte di Shopify c’è sicuramente un hosting assolutamente affidabile oltre alla
possibilità di effettuare check-out senza alcun problema. Da non escludere mai
anche la grande disponibilità di funzionalità utili a gestire nel migliore dei
modi ogni aspetto del tuo nuovo e-commerce. La tua nuova attività online
troverà sempre una risposta ai possibili dubbi che potrebbero presentarsi.
Shopify
vs Woocommerce, uno sguardo alle esigenze
Lo
abbiamo già accennato qui sopra, Shopify rappresenta assolutamente una
piattaforma che da valore ad ogni minuto del tuo tempo pensando quindi ad ogni
tua singola esigenza. A cominciare da un web hosting sempre
sicuro e assolutamente affidabile capace di offrire un uptime del 99.98% con
larghezza di banda illimitata e conformità PCI di primo livello. Potrai riporre
la massima fiducia su Shopify.
Se
le già numerose funzionalità offerte da Shopify non dovessero bastarti, devi
sapere che Shopify ti permette di fare sempre di più, come? Con un’AppStore
dedicato! Di certo nella sfida Shopify vs Woocommerce, in questo caso ha
la meglio il primo. Difatti lo store proprietario della piattaforma stessa,
contiene più di 2.000 applicazioni perfette per aiutarti a gestire ogni aspetto
del tuo prossimo ecommerce. Tutte le applicazioni sono controllate prima che
vengano inserite sullo store in modo da garantire alti valori di affidabilità e
sicurezza.
Su
Shopify è possibile controllare il progresso delle vendite utilizzando le
funzionalità di analytics che la piattaforma propone. Potrai così individuare i
prodotti più venduti, i carrelli svuotati e tutti gli altri più comuni
parametri che nel confronto Shopify vs Woocommerce pongono in questo caso il
primo in una posizione di parità.
Avrai
inoltre sempre un’assistenza disponibile 24 ore su 24 per tutti i giorni
dell’anno, oltre alla possibilità di personalizzare i temi disponibili (sono
più di 100) e di gestire il tutto tramite un’interfaccia assolutamente
intuitiva. Potrai dire addio a designer e sviluppatori!
Perché passare quindi a Shopify?
Sono davvero tantissimi gli utenti (ma anche importanti aziende)
che hanno abbandonato i normali software e piattaforme per la gestione di
e-commerce per trasferirsi su Shopify. “Dopo il passaggio a Shopify, finalmente siamo liberi
di concentrare le nostre energie e risorse su questioni importanti per la
futura crescita dell'azienda, anziché sui crash del sito” sono queste le parole
di Heidi Zak, cofondatrice di Thirdlove mentre Katrina High di Fit for Life
dice che “Shopify è affidabile. È un sollievo poter contare sul
fatto che quando vai online non ci sono imprevisti”, infine RusselSaks, CEO di
Campus Protein pensa che “Passare a Shopify è stata la decisione migliore che
abbiamo mai preso. È la piattaforma di e-commerce più valida che io abbia mai
visto”.
Inoltre sono davvero tante le funzionalità di Shopify che ti permettono di
tenere a bada gli eventuali problemi che potrebbero presentarsi. È possibile ad
esempio vendere sia online che tramite un negozio fisico, sempre mantenendo
sincronizzate le vendite in retail o online utilizzando Shopify POS. È anche
possibile gestire al meglio la presenza sui motori di ricerca grazie alle ottime
funzionalità SEO integrate e grazie al marketing automatizzato che genera
traffico sull’e-commerce. Un ulteriore passo avanti nella partita Shopify vs
Woocommerce.
È possibile anche offrire le migliori tariffe possibili per quanto riguarda
le spedizioni dei prodotti mentre un’ottima integrazione di Shopify con i
principali social network permette di convertire il gradimento sui social in
vendite. Ogni account Shopify permette di accettare tutte le carte di credito
senza la necessità di integrare account differenti, grazie anche al supporto di
ShopifyPayments.
Infine tutto l’inventario dei tuoi prodotti potrà essere gestito con grande
semplicità. In questo modo l’ecommerce smetterà di vendere prodotti quando
questi risulteranno esauriti.
Ma i prezzi?
Nella
partita Shopify vs Woocommerce un capitolo molto interessante è quello
rappresentato dai prezzi.
Shopify
propone infatti tre possibili piani di acquisto, perfetti per abbinarsi ad ogni
tipologia di business. La proposta ideale per attività di nuova costituzione è
sicuramente la Basic Shopify che costa 29 dollari al mese. Un passo in avanti è
il piano Shopify a 79 dollari al mese mentre l’Advanced Shopify rappresenta la
scelta perfetta per tutte quelle attività in continua crescita con una certa
esperienza nelle vendite, a 299 dollari al mese.
In conclusione
Risulta quindi evidente l’ottima qualità di Shopify
all’interno di questa ideale sfida Shopify vs Woocommerce. La piattaforma,
sebbene sia giovane, ha portato una ventata di grande novità nel comparto delle
piattaforme utili alla gestione di nuovi e-commerce.
Si tratta quindi della scelta più interessante che si possa
fare in tal senso. Inoltre permette anche di iniziare ad utilizzare le
potenzialità della piattaforma utilizzando una prova di 14 giorni completamente
gratuita. Un motivo in più per passare a Shopify!
Guardare Netflix sulla TV: 6 semplici modi
Che tu stia pensando di iscriverti a Netflix, o che tu sia il tipo di
persona che guarda già Netflix sul tuo laptop, è utile conoscere i vari modi
cui puoi usare per guardare Netflix sulla tua TV. Dopotutto, tutto è meglio su
uno schermo più grande.
Quindi, quali opzioni sono disponibili per
te? Diamo uno sguardo più da vicino su sei diversi modi per guardare Netflix
sulla tua TV.
1.
Utilizzare un'app Smart TV
Il mondo dei sistemi operativi per smart TV
è un po’ confuso. Da quando Firefox TV ha superato la sua fine nel 2016, ci
sono ancora quattro principali sistemi operativi in uso.
Sono: Tizen, WebOS, Android TV e Roku TV.
In quanto tale, non c'è un modo semplice
per spiegare come ottenere Netflix sulla tua smart TV. La buona notizia,
tuttavia, è che tutti e quattro sistemi operativi per smart TV offrono un'app
Netflix.
Alcuni televisori verranno anche con l'app
preinstallata e con un tasto di scelta rapida codificato sul telecomando.
Installa l'app se non la hai, quindi attiva
l'app e inserisci le credenziali di Netflix. Riuscirai a guardare i contenuti
in pochi secondi.
2.
Utilizza un Chromecast
Le app di TV intelligenti non sono sempre
la soluzione migliore. A seconda della qualità del televisore, l'app potrebbe
essere lenta e malfunzionante. Quindi, quali altre opzioni ci sono là fuori?
Se hai uno smartphone o un tablet, puoi
acquistare un dongle Chromecast e trasmettere Netflix direttamente dalla
versione mobile dell'app.
Per trasmettere da Netflix al tuo
Chromecast, apri l'app Netflix e tocca l'icona Cast nell'angolo in alto a
destra.
Vedrai un elenco di tutti i tuoi
dispositivi disponibili. Toccane uno per connettersi ad esso. Il processo di
connessione richiederà alcuni secondi per essere completato.
Nota: prima di acquistare un Chromecast,
controlla il manuale del tuo TV. Molti modelli più nuovi hanno la tecnologia
già integrata. Alcuni set-top box, come Nvidia Shield, lo offrono anche in modo
nativo.
3.
Usa Miracast
Miracast è stato pubblicizzato come
alternativa wireless ai cavi HDMI. Wi-Fi Alliance ha finalizzato la tecnologia
Miracast al CES 2013. Da allora, è diventato disponibile su tutte le macchine
Windows con 8.1 o versioni successive e su tutti i dispositivi Android.
Sul lato di ricevitore, i dispositivi Roku
e Amazon Fire Stick suppotano Miracast. Molte smart TV offrono anche la tecnologia
in modo nativo.
Per utilizzare Miracast su Android, vai su Impostazioni> Schermo> Schermo Cast
e tocca il nome del destinatario. Per usare Miracast su Windows, vai su Impostazioni> Schermo.
Miracast non è disponibile su dispositivi
Apple.
4.
Utilizzare un cavo HDMI
Certo, potresti provare a utilizzare un
cavo HDMI affidabile. È possibile acquistare un cavo HDMI a prezzo basso su
Amazon.
Sistemare il cavo HDMI è facile. Basta
collegare un'estremità alla TV e l'altra estremità al computer. Sul computer,
carica l'app Web Netflix e trova il contenuto che si desidera vedere. E sul
televisore, assicurati di aver selezionato il canale di input corretto.
Se sei fortunato, il tuo computer
riconoscerà la tua TV e si collegherà immediatamente. In caso contrario, il
passaggio successivo varierà a seconda del sistema operativo che stai
utilizzando.
-Per Windows, segui le istruzioni di seguito
passo-passo:
Fai clic con il tasto destro sul menu Start.
Nel menu a comparsa, seleziona Centro di mobilità.
Trova External
Display.
Clicca su Connetti Display.
Un menu apparirà dal lato destro dello
schermo, scegli Solo schermo secondario.
Lo schermo di Windows diventerà nero e sia
il video che l'audio verranno riprodotti sul televisore.
Nota: alcuni produttori potrebbero aver
incluso un tasto di scelta rapida per passare all'uscita HDMI.
-Per Mac:
Se possiedi un Mac, procedi come segue:
Apri il menu Apple.
Clicca su Preferenze di Sistema.
Scegli Monitor.
Tieni premuto il tasto Opzione.
Fai clic su Disposizione nell'angolo in basso a destra.
Se il computer non riesce ancora a
connettersi al televisore, si è verificato un problema con la porta HDMI del
televisore, la porta HDMI del Mac o il cavo HDMI stesso.
Nota: molti moderni laptop Apple non
includono una porta HDMI, quindi prima è necessario acquistare un adattatore.
Spero che riusciresti a guardare Netflix
sullo schermo della tua TV. Potresti notare che i bordi dello schermo sono
mancanti. Non preoccuparti, si chiama "Overscan" ed è un evento
comune. In genere, il problema deve essere risolto nelle impostazioni del
televisore piuttosto che nel sistema operativo.
5.
Usa Apple TV e Apple AirPlay
Non sorprende che Apple sia l'unica azienda
che non offre supporto via cavo Miracast, Chromecast o HDMI.
Invece, l'azienda desidera che tu possa
acquistare una Apple TV e installare la versione della piattaforma dell'app,
oppure utilizzare la sua tecnologia proprietaria AirPlay e lanciare la versione
dell'app Web di Netflix.
AirPlay funziona bene, ma dato il suo
status proprietario, il supporto per lo standard tra smart TV e set-top box è
gravemente carente.
6.
Scarica Netflix sul PC
Puoi trovare diversi
programmi che permettono di scaricare i video da Netflix sul PC. Appena fatto,
trasferisci i filmati sul una chiavetta USB da collegare alla TV. Non ti
dimenticare di convertire video in un formato supportato dal tuo modello di TV.
Per farlo, puoi usare Freemake Video Converter. Un altro modo è masterizzare
filmati da Netflix su DVD e guardarli su un lettore DVD collegato alla TV. Per saperne di più, guarda questo link.
Come guardi Netflix sulla tua TV?
In questo articolo, ti abbiamo presentato
cinque modi diversi per guardare Netflix sulla tua TV. La soluzione giusta per
te dipende dall'attrezzatura che possiedi e dai gadget che utilizzi.
Inviare file di grandi dimensioni via Email: i migliori siti per trasferire file pesanti
Grazie alla mail, solitamente, è possibile inviare fino ad un massimo di 10 MB. Alcuni servizi di posta però offrono anche la possibilità di inviare file di dimensioni più grandi (da 2 a 10 GB), appoggiandosi ai loro server, e inviando così, di fatto, solo un link con l'indirizzo diretto di dove è stato caricato il file (nel cloud storage).
Questo è lo stesso principio con cui funzionano le applicazioni web che andremo a vedere. Per inviare un file di grandi dimensioni possiamo caricarlo su questi siti che lo ospiteranno per un certo periodo, abbastanza sufficiente per far sì che il destinatario riesca a scaricarlo tramite il link che gli arriverà via mail.
1. Filemail (30 GB): tramite questo servizio abbiamo la possibilità di inviare file fino a 30 GB, che rimarranno disponibili per 7 giorni. La stesura della mail avviene in modo identico ad una mail classica.
2. MyAirBridge (20 GB): con MyAirBridge si possono inviare file fino a 20 GB che rimarranno in rete per 2/3 giorni a seconda della dimensione.
Per condividerli bisogna cliccare su uno dei due pulsanti in alto a sinistra della home. Rispettivamente servono per inviare il link direttamente tramite e-mail, o per inviare il file attraverso il classico link di download (per condividerlo non tramite la mail).
3. WeTransfer (2 GB): forse è uno dei più noti. Questo servizio veramente molto rapido, sia in upload che in download, permette di caricare file di un massimo di 2 GB che rimarranno per 7 giorni.
E' possibile inserire anche un messaggio al momento dell'invio, così da far sapere al destinatorio cosa gli è stato inviato.
4. MailBigFile (2GB): identico a WeTransfer, con la differenza che i file scadranno dopo che saranno stati scaricati 20 volte oppure dopo che saranno trascorsi 10 giorni dal caricamento.
5. Files to Friends (1 GB): permette di inviare fino a 10 file contemporaneamente, con una dimensione massima di 1 GB, fino ad un massimo di 5 destinatari. I file però rimarranno disponibili solo per 2 giorni.
Oltre a questi servizi ce ne sono altri che funzionano in modo diverso ma permettono lo stesso di arrivare allo scopo principale, ovvero riuscire ad inviare file di grandi dimensioni, che tramite la mail non saremmo mai riusciti a trasferire.
Passiamo quindi dal cloud storage al P2P: per far funzionare questo sistema bisogna lasciare però il PC acceso con la pagina aperta (anche in background va bene) fino a quando il destinatario non ha scaricato il file. Il file non viene realmente caricato ma viene reso disponibile per il trasferimento e quando il destinatario cliccherà sul link che gli abbiamo inviato lo scaricherà direttamente dal nostro PC.
1. FilePizza (P2P): uno dei migliori sotto tutti i punti di vista. Il punto di forza che lo porta ad essere forse il migliore è che si può far scaricare il file anche da più persone contemporaneamente. Non c'è limite di dimensione, mentre la velocità dipenderà da quella di upload nostra e download di chi scarica.
2. Takeafile (P2P): l'unico prerequisito è che chi scarica deve farlo tramite lo stesso browser che usiamo noi. Una volta raggiunta la home bisogna caricare il file e attendere che venga generato un link per il trasferimento (da inviare tramite mail, WhatsApp, Facebook, ecc.).
3. Reep.io (P2P): semplice web app alternativa per scambiare file tramite P2P.
4. Send Anywhere (P2P): comodo se si vuole utilizzare anche l'app per smartphone.
5. Simple.Savr (P2P): servizio particolare e diverso dagli altri perchè l'home page è costituita da un file di testo visibile a tutti dispositivi connessi alla stessa rete. E' possibile mettere una password per vedere il testo e anche i file possono essere protetti.
Volendo si possono aggiungere indirizzi IP esterni alla nostra rete.
Questo è lo stesso principio con cui funzionano le applicazioni web che andremo a vedere. Per inviare un file di grandi dimensioni possiamo caricarlo su questi siti che lo ospiteranno per un certo periodo, abbastanza sufficiente per far sì che il destinatario riesca a scaricarlo tramite il link che gli arriverà via mail.
1. Filemail (30 GB): tramite questo servizio abbiamo la possibilità di inviare file fino a 30 GB, che rimarranno disponibili per 7 giorni. La stesura della mail avviene in modo identico ad una mail classica.
2. MyAirBridge (20 GB): con MyAirBridge si possono inviare file fino a 20 GB che rimarranno in rete per 2/3 giorni a seconda della dimensione.
Per condividerli bisogna cliccare su uno dei due pulsanti in alto a sinistra della home. Rispettivamente servono per inviare il link direttamente tramite e-mail, o per inviare il file attraverso il classico link di download (per condividerlo non tramite la mail).
3. WeTransfer (2 GB): forse è uno dei più noti. Questo servizio veramente molto rapido, sia in upload che in download, permette di caricare file di un massimo di 2 GB che rimarranno per 7 giorni.
E' possibile inserire anche un messaggio al momento dell'invio, così da far sapere al destinatorio cosa gli è stato inviato.
4. MailBigFile (2GB): identico a WeTransfer, con la differenza che i file scadranno dopo che saranno stati scaricati 20 volte oppure dopo che saranno trascorsi 10 giorni dal caricamento.
5. Files to Friends (1 GB): permette di inviare fino a 10 file contemporaneamente, con una dimensione massima di 1 GB, fino ad un massimo di 5 destinatari. I file però rimarranno disponibili solo per 2 giorni.
Oltre a questi servizi ce ne sono altri che funzionano in modo diverso ma permettono lo stesso di arrivare allo scopo principale, ovvero riuscire ad inviare file di grandi dimensioni, che tramite la mail non saremmo mai riusciti a trasferire.
Passiamo quindi dal cloud storage al P2P: per far funzionare questo sistema bisogna lasciare però il PC acceso con la pagina aperta (anche in background va bene) fino a quando il destinatario non ha scaricato il file. Il file non viene realmente caricato ma viene reso disponibile per il trasferimento e quando il destinatario cliccherà sul link che gli abbiamo inviato lo scaricherà direttamente dal nostro PC.
1. FilePizza (P2P): uno dei migliori sotto tutti i punti di vista. Il punto di forza che lo porta ad essere forse il migliore è che si può far scaricare il file anche da più persone contemporaneamente. Non c'è limite di dimensione, mentre la velocità dipenderà da quella di upload nostra e download di chi scarica.
2. Takeafile (P2P): l'unico prerequisito è che chi scarica deve farlo tramite lo stesso browser che usiamo noi. Una volta raggiunta la home bisogna caricare il file e attendere che venga generato un link per il trasferimento (da inviare tramite mail, WhatsApp, Facebook, ecc.).
3. Reep.io (P2P): semplice web app alternativa per scambiare file tramite P2P.
4. Send Anywhere (P2P): comodo se si vuole utilizzare anche l'app per smartphone.
5. Simple.Savr (P2P): servizio particolare e diverso dagli altri perchè l'home page è costituita da un file di testo visibile a tutti dispositivi connessi alla stessa rete. E' possibile mettere una password per vedere il testo e anche i file possono essere protetti.
Volendo si possono aggiungere indirizzi IP esterni alla nostra rete.
I migliori servizi di Posta Elettronica: come creare un indirizzo Email gratuito
Un indirizzo email si può acquistare, per avere così un dominio personalizzato (tipo nome@cognome.it) e vari servizi aggiuntivi personalizzati, oppure si può anche attivare tramite uno dei molteplici siti che offrono il servizio gratuitamente (ovviamente il nome sarà libero, mentre il dominio viene scelto dal proprietario del servizio).
Nel mondo del lavoro ormai lo scambio di informazioni avviene tramite mail ed ogni comunicazione ufficiale arriva tramite la posta elettronica, ma anche fuori dal mondo del lavoro, non solo tra amici e parenti, la mail viene comunque molto utilizzata, sia perchè più formale dei social network sia perchè comunque ha una sorta di apparente "maggior valore".
Vediamo la classifica dei migliori siti per creare un indirizzo email gratuito:
1. Gmail: in prima posizione c'è sicuramente la Gmail di Google. Partendo dalla base, come primo miglioramento rispetto alle altre, offre la possibilità di inviare allegati fino a 25 MB (al posto di 10). L'indirizzo, con dominio @gmail.com, non è sensibile ai punti, quindi potremo addirittura registrarsi sullo stesso sito più volte, semplicemente cambiando la posizione del punto (perchè riceveremo nella nostra casella sia, ad esempio, con "nome.cognome" che con "nomecogn.ome").
La casella ha uno spazio di 7 GB, inoltre lo spazio cloud è di 15 GB. Ci si può benissimo iscrivere ai vari servizi legati a Google (anche se non tutti) con un altro indirizzo, ma per avere accesso al Google Play Store (essenziale se si ha uno smartphone Android) è necessario per forza avere un indirizzo Gmail per poter scaricare le applicazioni più rilevanti.
2. Outlook: passando prima da Hotmail, per trasformarsi poi in Live, è diventato infine Outlook. Il servizio di Microsoft che prende il nome dall'omonimo programma di posta elettronica si trova sicuramente in seconda posizione. Con un account Exchange si arriva fino a 50 GB di spazio di archiviazione e 5 GB di cloud. Grazie a Microsoft si possono creare indirizzi email con dominio @outlook.com (ma anche @outlook.it) ed avere accesso a tutto il pacchetto di Office Online con le web apps degli applicativi. Inoltre può essere utilizzato come account per il Windows Store, per Skype, e anche il gestore di posta online è molto professionale.
Raramente ho sentito disservizi o attacchi riusciti al servizio di Microsoft, quindi per quanto riguarda la stabilità e la sicurezza mi sento di dargli la prima posizione.
3. Yahoo: è forse ancora oggi l'indirizzo di posta più utilizzato, avendo conquistato il territorio molto probabilmente grazie ad uno dei siti più famosi dell'era pre-social, ovvero Yahoo Answer. Si possono creare indirizzi con dominio @yahoo.com, lo spazio di archiviazione arriva all'enorme dimensione di 1 TB e la layout del gestore online è veramente molto gradevole.
A differenza delle prime due, molto spesso si sono sentiti attacchi hacker riusciti, con il conseguente avviso di immediato cambio password per evitare il furto di dati personali, proprio per questo motivo è purtroppo sul terzo gradino del podio.
4. Virgilio: scendendo dal podio troviamo subito il servizio gestito da TIM, che offre la creazione di indirizzi con dominio @virgilio.it; il servizio negli ultimi anni è migliorato tantissimo, offrendo fino a 3 GB di spazio di archivizione. Se per i nostri gusti troviamo il client online migliore degli altri si possono anche gestire indirizzi non Virgilio.
5. ProtonMail: si guadagna un posto nei top 5 anche questo servizio. La particolarità di questa email svizzera (sviluppata dal CERN di Ginevra) è che è una posta elettronica crittografata.
I messaggi scambiati tramite questo servizio sono impossibili da decriptare grazie alla crittografia end-to-end (la chiave è condivisa solo tra il mittente e il destinatario), quindi anche se qualcuno riuscisse ad intercettare la mail durante il trasferimento non sarebbe in grado comunque di leggerne il contenuto. Si possono inviare mail che si autodistruggono, e se si inviano mail a destinatari che non utilizzano il servizio è possibile impostare una password per la lettura della stessa.
Le recensioni sono ottime, la sicurezza è talmente alta che non è possibile utilizzare client esterni ma solo il sito ufficiale o l'applicazione per aprire la propria casella. Lo spazio disponibile è di 500 MB ma si possono inviare solo 150 mail al giorno con la versione free (non poche ma comunque non illimitate).
6. Mail.com: la particolarità di mail.com è che permette di scegliere tra veramente tantissimi domini, oltre ai molto comodi @mail.com e @email.com; alcuni esempi sono: @post.com, @dr.com, @linuxmail.org, @chef.net, @comic.com, @engineer.com e tanti altri.
7. GMX: incorpora in parte Mail.com ma il dominio disponibile è @gmx.com, e permette un'archiviazione illimitata perchè lo spazio della casella non ha limiti di dimensione. Gli allegati possono arrivare fino a 50 MB e offre un cloud storage di 2 GB. Casella molto utile che offre anche vari tipo di layout.
8. Email.it: per creare indirizzi con dominio @email.it e 1 GB di spazio.
Purtroppo offre pochi servizi free.
9. Libero: crea indirizzi @libero.it e la casella ha uno spazio di 1 GB.
10. Tiscali: viene sponsorizzato con 10 GB di spazio e la funzione per inviare allegati fino a 2 GB.
Come servizio "extra" possiamo tener conto dell'indirizzo gratuito di Facebook. Ebbene sì, il noto social network offre la possibilità di farsi inviare una mail all'indirizzo composto dal proprio username@facebook.com (lo username è il nome che Facebook ci ha impostato nel link, che volendo si può anche cambiare). Fino a febbraio 2014 era un vero e proprio indirizzo che funzionava tramite Facebook, mentre oggi funziona solo da inoltro verso l'indirizzo associato all'account.
La classifica si chiude qui. C'è veramente un'eccellente possibilità di scelta tra tutti i servizi free, quindi difficilmente non ne troveremo uno che fa al caso nostro.
Non consiglio l'utilizzo di indirizzi legati al proprio abbonamento internet (come indirizzo principale), mentre se la grafica del servizio che avete scelto non dovesse piacervi potete sempre sfruttare i programmi di posta più comuni per gestire al meglio le mail. In questo caso si potrebbe anche optare per il download della posta con la cancellazione dal server (POP3) per recuperare lo spazio lasciato a disposizione ma io consiglio comunque la gestione IMAP (sincronizzazione completa) così da mantenere le mail sia sul server che sul proprio PC, almeno, in caso di sostituzione del computer o di apertura da smartphone, le mail verranno sincronizzate senza problemi, senza dover procedere a backup e ripristini.
Come risparmiare dati mobili con Android: consigli rapidi per consumare meno giga
Per consumare meno dati, con la connessione che abbiamo con il nostro smartphone, esistono alcuni accorgimenti che ci faranno risparmiare buona parte dei MB, o addirittura GB, che normalmente avremmo perso.
1. Usare connessioni Wi-Fi quando disponibili: il primo suggerimento, abbastanza banale, è quello di utilizzare connessioni Wireless. Quindi quando siamo a casa, in ufficio, o in luoghi in cui è disponibile una connessione Wi-Fi, colleghiamoci a quella.
Utilizziamo il Wi-Fi soprattutto se dobbiamo condividere file di grosse dimensioni o inviare tanti video o tante foto ad amici.
2. Impostare l'aggiornamento delle app solo tramite Wi-Fi: impostando l'aggiornamento delle applicazioni solo tramite connessione Wi-Fi eviteremo che i vari aggiornamenti partano con la connessione dati, così da non farci sprecare MB inutilmente. Andiamo quindi nelle impostazioni del Google Play Store e impostiamo l'aggiornamento solo con connessioni Wireless.
3. Attivare la funzione risparmio dati e utilizzare applicazioni "Lite": se disponibili, utilizziamo le versioni Lite delle applicazioni, e per le app che offrono la funzione risparmio dati, attiviamola.
Le applicazioni Lite offrono qualche funzione in meno delle app standard ma permettono di risparmiare qualcosa nella connessione dati. Molte app invece offrono la possibilità di comprimere dati, così da poterne scaricare di meno.
Qualche app può essere aperta anche dal browser (senza quindi dover installare l'app ufficiale) è il caso delle app che sono puramente siti web. Non portano un enorme risparmio, ma comunque molte volte il browser riesce a comprimere alcune parti pesanti.
4. Usare VPN con risparmio dati: scarichiamo applicazioni che permettono di navigare gratuitamente con connessioni VPN e con la funzione integrata di risparmio dati (Opera Max è una delle migliori). In questo modo riusciremo a risparmiare anche il 50% dei dati che avremmo consumato normalmente, anche se video e immagini potrebbero non essere di qualità eccellente (il risparmio agisce maggiormente, appunto, su video e immagini).
5. Fare attenzione ai servizi cloud: i servizi cloud sono comodi ma possono risultare "pericolosi" per i nostri dati se non utilizzati con attenzione. La sincronizzazione può portare via parecchi dati, perchè funziona sia in download che in upload e trasferire molti file può far consumare veramente tanti dati. Attiviamo la sincronizzazione solo con una connessione Wi-Fi.
6. Sfruttare la modalità offline delle app: alcune app possono scaricare i dati per poi essere utilizzati anche offline. In questo caso sfruttiamo sempre il Wi-Fi e scarichiamo i dati che ci servono.
7. Controllare i dati consumati e impostate un limite per il consumo dei dati: teniamo sempre sotto controllo il consumo dei dati tramite la funzione integrata di Android, e attiviamo assolutamente la funzione che ci avvisa del raggiungimento di una certa soglia ed anche il blocco immediato quando arriviamo al limite della nostra connessione. In questo modo non rischiamo di rimanere senza MB da un momento all'altro e soprattutto non incappiamo in qualche rinnovo automatico al superamento della soglia scelta con la nostra offerta.
1. Usare connessioni Wi-Fi quando disponibili: il primo suggerimento, abbastanza banale, è quello di utilizzare connessioni Wireless. Quindi quando siamo a casa, in ufficio, o in luoghi in cui è disponibile una connessione Wi-Fi, colleghiamoci a quella.
Utilizziamo il Wi-Fi soprattutto se dobbiamo condividere file di grosse dimensioni o inviare tanti video o tante foto ad amici.
2. Impostare l'aggiornamento delle app solo tramite Wi-Fi: impostando l'aggiornamento delle applicazioni solo tramite connessione Wi-Fi eviteremo che i vari aggiornamenti partano con la connessione dati, così da non farci sprecare MB inutilmente. Andiamo quindi nelle impostazioni del Google Play Store e impostiamo l'aggiornamento solo con connessioni Wireless.
3. Attivare la funzione risparmio dati e utilizzare applicazioni "Lite": se disponibili, utilizziamo le versioni Lite delle applicazioni, e per le app che offrono la funzione risparmio dati, attiviamola.
Le applicazioni Lite offrono qualche funzione in meno delle app standard ma permettono di risparmiare qualcosa nella connessione dati. Molte app invece offrono la possibilità di comprimere dati, così da poterne scaricare di meno.
Qualche app può essere aperta anche dal browser (senza quindi dover installare l'app ufficiale) è il caso delle app che sono puramente siti web. Non portano un enorme risparmio, ma comunque molte volte il browser riesce a comprimere alcune parti pesanti.
4. Usare VPN con risparmio dati: scarichiamo applicazioni che permettono di navigare gratuitamente con connessioni VPN e con la funzione integrata di risparmio dati (Opera Max è una delle migliori). In questo modo riusciremo a risparmiare anche il 50% dei dati che avremmo consumato normalmente, anche se video e immagini potrebbero non essere di qualità eccellente (il risparmio agisce maggiormente, appunto, su video e immagini).
5. Fare attenzione ai servizi cloud: i servizi cloud sono comodi ma possono risultare "pericolosi" per i nostri dati se non utilizzati con attenzione. La sincronizzazione può portare via parecchi dati, perchè funziona sia in download che in upload e trasferire molti file può far consumare veramente tanti dati. Attiviamo la sincronizzazione solo con una connessione Wi-Fi.
6. Sfruttare la modalità offline delle app: alcune app possono scaricare i dati per poi essere utilizzati anche offline. In questo caso sfruttiamo sempre il Wi-Fi e scarichiamo i dati che ci servono.
7. Controllare i dati consumati e impostate un limite per il consumo dei dati: teniamo sempre sotto controllo il consumo dei dati tramite la funzione integrata di Android, e attiviamo assolutamente la funzione che ci avvisa del raggiungimento di una certa soglia ed anche il blocco immediato quando arriviamo al limite della nostra connessione. In questo modo non rischiamo di rimanere senza MB da un momento all'altro e soprattutto non incappiamo in qualche rinnovo automatico al superamento della soglia scelta con la nostra offerta.
Dettare al PC e lui scrive: tre strumenti online gratis
Se parliamo di riconoscimento vocale non possiamo non parlare di Siri, Cortana o Google, che negli ultimi anni si sono evoluti tantissimo. Questi strumenti offrono la possibilità di comandare un'operazione da eseguire e, tramite il riconoscimento vocale, farla eseguire direttamente dal dispositivo.
Può venir utile però poter dettare un testo e averlo digitalizzato direttamente su un file di testo. Ecco che ci vengono in aiuto tre strumenti che troviamo direttamente online e completamente in modo gratuito.
Il primo tool si chiama Dictation: è uno strumento molto semplice che funziona tramite Google. Una volta raggiunta la pagina bisogna solamente scegliere la lingua e premere su Start Dictation (accettando eventuali richieste di consenso per l'utilizzo del microfono).
Si inizia così a dettare e, al termine, si clicca su Stop Listening. Infine si clicca su Save per salvare il file in formato testo (txt).
La seconda applicazione è Speech Notes ed è comoda perchè è molto efficiente e completamente in italiano.
Una volta raggiunta la pagina (funziona solo con Chrome) bisogna selezionare la lingua e cliccare sull'icona del microfono (anche in questo caso, accettare eventuali richieste di consenso) ed iniziare a parlare.
Sulla destra troviamo anche i comandi vocali utili per andare a capo o inserire i vari caratteri di punteggiatura.
Tramite la barra di sinistra è possibile, al termine, inviare il testo via email, salvare il file in txt o in doc (per Word) oppure anche stamparlo direttamente.
La terza web app invece si chiama TalkTyper ed utile per prendere piccoli appunti. Attivando infatti il riconoscimento vocale è possibile, seguendo anche le istruzioni in italiano sulla sinistra, dettare al PC e, dopo aver valutato varie versioni di riconoscimento, copiare il testo, stamparlo, inviarlo via mail o postarlo su Twitter.
Può venir utile però poter dettare un testo e averlo digitalizzato direttamente su un file di testo. Ecco che ci vengono in aiuto tre strumenti che troviamo direttamente online e completamente in modo gratuito.
Il primo tool si chiama Dictation: è uno strumento molto semplice che funziona tramite Google. Una volta raggiunta la pagina bisogna solamente scegliere la lingua e premere su Start Dictation (accettando eventuali richieste di consenso per l'utilizzo del microfono).
Si inizia così a dettare e, al termine, si clicca su Stop Listening. Infine si clicca su Save per salvare il file in formato testo (txt).
La seconda applicazione è Speech Notes ed è comoda perchè è molto efficiente e completamente in italiano.
Una volta raggiunta la pagina (funziona solo con Chrome) bisogna selezionare la lingua e cliccare sull'icona del microfono (anche in questo caso, accettare eventuali richieste di consenso) ed iniziare a parlare.
Sulla destra troviamo anche i comandi vocali utili per andare a capo o inserire i vari caratteri di punteggiatura.
Tramite la barra di sinistra è possibile, al termine, inviare il testo via email, salvare il file in txt o in doc (per Word) oppure anche stamparlo direttamente.
La terza web app invece si chiama TalkTyper ed utile per prendere piccoli appunti. Attivando infatti il riconoscimento vocale è possibile, seguendo anche le istruzioni in italiano sulla sinistra, dettare al PC e, dopo aver valutato varie versioni di riconoscimento, copiare il testo, stamparlo, inviarlo via mail o postarlo su Twitter.
Differenza tra 2G, 3G e 4G: il significato di tutti i simboli della connessione dati su Smartphone
Quando andiamo ad abilitare la connessione dati sul nostro smartphone, così da poter navigare su Internet, nella barra delle notifiche, e in modo particolare sull'icona del segnale, compare un simbolo che può variare dal semplice G o E, fino al 3G, H, H+ o 4G.
Questi simboli non sono di certo lì a caso, ma ci indicano la connessione a cui siamo collegati con che velocità massima può andare. Più precisamente per impostazione predefinita la connessione tenta di connettersi con la connessione più veloce possibile, almeno che non sia specificamente indicato nelle impostazioni di collegarsi ad uno standard ben preciso.
Vediamo ora in ordine di velocità, dal più lento e datato al più veloce e di ultima generazione, tutti gli standard a cui uno smartphone può collegarsi (lo smartphone deve però supportare quel tipo di velocità altrimenti si connetterà alla più recente e veloce connessione disponibile):
1. G (GPRS): è una delle prime connessioni nate su mobile ed è anche tra le più lente. E' la tecnologia 2G praticamente, che può essere utile solamente per visionare qualche pagina web e non molto altro.
In questo caso non si superano i 20-40 Kbit/s (2-5 KB/s) in download.
2. E (EDGE): chiamata anche EGPRS, è la tecnologia superiore al GPRS. E' più veloce perchè riesce a sfruttare più canali contemporaneamente ma è comunque molto lenta.
La velocità ha un range di 60-180 Kbit/s (7-20 KB/s).
3. 3G (UMTS): questa connessione segna il passo in avanti dal 2G alla terza generazione di Internet Mobile. Lo scambio di dati sia in download che in upload è molto veloce e molto spesso nelle zone in cui sia arriva al 3G base (ovvero UMTS) se la connessione è stabile si passa automaticamente alla più veloce e successiva H (HSPA).
Con la 3G si arriva ad una velocità massima pari a 700 Kbit/s (90 KB/s).
4. H (HSPA): questa sigla indica che siamo collegati con una connessione HSPA, e in donwload si avrà lo standard HSDPA (High-Speed Downlink Packet Access) mentre in upload si otterrà la HSUPA (High-Speed Uplink Packet Access). Questo standard è l'evoluzione del classico 3G e permette velocità teoriche tra i 7,2 Mbit/s (900 KB/s) e un massimo di 14,4 Mbit/s (1,8 MB/s).
5. H+ (HSPA+): con l'HSPA evoluto si fa un altro piccolo passo in avanti e si anticipa le velocità di quarta generazione, e stando ai test è possibile raggiungere velocità di download tra i 42,2 Mbit/s (5,25 MB/s) e i 56 Mbit/s (7 MB/s).
6. 4G (LTE): questa tecnologia viene presentata con standard futuristici e velocità di download e upload veramente alti. Le velocità teorica in download varia tra i 72 Mbit/s (9 MB/s) e i 150 Mbit/s (18,75 MB/s) mentre in upload può arrivare ai 60 Mbit/s (7,5 MB/s), anche se ancora in moltissime città non è disponibile oppure non si raggiungono le velocità prestabilite.
Fino al 3G le velocità sono abbastanza raggiungibili, mentre quelle successive sono ancora velocità "su carta", ovvero c'è la possibilità di raggiungerle ma le tecnologie attuali e soprattutto la copertura base è ancora ridotta. Mentre le velocità di seconda generazione vengono utilizzate ormai solo per risparmiare batteria, oppure naturalmente nelle zone dove c'è poco segnale.
Per ripercorrere la cronistoria con le generazioni complete e le velocità in sintesi ecco un riassunto:
-1G: telefoni analogici e 14,4 Kbit/s
-2G: telefoni digitali (GSM) e 9-14 Kbit/s (più stabili dell'analogico)
-2,5G: tecnologia GPRS con 20-40 Kbit/s
-2,75G: standard EDGE e 60-180 Kbit/s
-3G: terza generazione (UMTS) con 380-700 Kbit/s
-3,5G: tecnologia HSPA e 7,2-14,4 Mbit/s
-3,75G: tecnologia HSPA evoluto con 42,2-56 Mbit/s
-4G: quarta generazione (LTE) e 72-150 Mbit/s
Vediamo ora in ordine di velocità, dal più lento e datato al più veloce e di ultima generazione, tutti gli standard a cui uno smartphone può collegarsi (lo smartphone deve però supportare quel tipo di velocità altrimenti si connetterà alla più recente e veloce connessione disponibile):
1. G (GPRS): è una delle prime connessioni nate su mobile ed è anche tra le più lente. E' la tecnologia 2G praticamente, che può essere utile solamente per visionare qualche pagina web e non molto altro.
In questo caso non si superano i 20-40 Kbit/s (2-5 KB/s) in download.
2. E (EDGE): chiamata anche EGPRS, è la tecnologia superiore al GPRS. E' più veloce perchè riesce a sfruttare più canali contemporaneamente ma è comunque molto lenta.
La velocità ha un range di 60-180 Kbit/s (7-20 KB/s).
3. 3G (UMTS): questa connessione segna il passo in avanti dal 2G alla terza generazione di Internet Mobile. Lo scambio di dati sia in download che in upload è molto veloce e molto spesso nelle zone in cui sia arriva al 3G base (ovvero UMTS) se la connessione è stabile si passa automaticamente alla più veloce e successiva H (HSPA).
Con la 3G si arriva ad una velocità massima pari a 700 Kbit/s (90 KB/s).
4. H (HSPA): questa sigla indica che siamo collegati con una connessione HSPA, e in donwload si avrà lo standard HSDPA (High-Speed Downlink Packet Access) mentre in upload si otterrà la HSUPA (High-Speed Uplink Packet Access). Questo standard è l'evoluzione del classico 3G e permette velocità teoriche tra i 7,2 Mbit/s (900 KB/s) e un massimo di 14,4 Mbit/s (1,8 MB/s).
5. H+ (HSPA+): con l'HSPA evoluto si fa un altro piccolo passo in avanti e si anticipa le velocità di quarta generazione, e stando ai test è possibile raggiungere velocità di download tra i 42,2 Mbit/s (5,25 MB/s) e i 56 Mbit/s (7 MB/s).
6. 4G (LTE): questa tecnologia viene presentata con standard futuristici e velocità di download e upload veramente alti. Le velocità teorica in download varia tra i 72 Mbit/s (9 MB/s) e i 150 Mbit/s (18,75 MB/s) mentre in upload può arrivare ai 60 Mbit/s (7,5 MB/s), anche se ancora in moltissime città non è disponibile oppure non si raggiungono le velocità prestabilite.
Fino al 3G le velocità sono abbastanza raggiungibili, mentre quelle successive sono ancora velocità "su carta", ovvero c'è la possibilità di raggiungerle ma le tecnologie attuali e soprattutto la copertura base è ancora ridotta. Mentre le velocità di seconda generazione vengono utilizzate ormai solo per risparmiare batteria, oppure naturalmente nelle zone dove c'è poco segnale.
Per ripercorrere la cronistoria con le generazioni complete e le velocità in sintesi ecco un riassunto:
-1G: telefoni analogici e 14,4 Kbit/s
-2G: telefoni digitali (GSM) e 9-14 Kbit/s (più stabili dell'analogico)
-2,5G: tecnologia GPRS con 20-40 Kbit/s
-2,75G: standard EDGE e 60-180 Kbit/s
-3G: terza generazione (UMTS) con 380-700 Kbit/s
-3,5G: tecnologia HSPA e 7,2-14,4 Mbit/s
-3,75G: tecnologia HSPA evoluto con 42,2-56 Mbit/s
-4G: quarta generazione (LTE) e 72-150 Mbit/s
Amazon: ora è possibile fare anche la normale spesa, con grandi marche a prezzi bassi
Amazon ha aperto sul proprio store la nuova sezione "Alimentari e cura per la casa", ovvero un nuovo negozio dove è possibile fare la spesa, la normale spesa che si fa al supermercato.
Questo vuol dire che chiunque abbia difficoltà a muoversi per andare al supermercato, come anche gli anziani, può fare la spesa comodamente da casa e riempire il carrello di pasta, caffè, bevande, snack, biscotti, caramelle, detergenti per la casa, preparati per il forno e anche alcolici e farsi recapitare la spesa direttamente a casa.
Per ora il negozio è ancora in fase beta e si sta pian piano sviluppando, quindi per ora ci sono solo prodotti alimentari con lunga scadenza, ma non mancano le grandi marche, infatti il negozio offre prodotti di casa Barilla, Cameo, De Cecco, Knorr, Nescafè, a prezzi molto più bassi del normale supermercato, oltre a molti altri utili per la casa.
Per fare la spesa bisogna solamente raggiungere questa pagina e iniziare a riempire il carrello di quello che abbiamo bisogno, selezionando anche la quantità che ne vogliamo. Molti prodotti sono indicati come Prodotti Plus, ciò significa che devono essere abbinati per forza ad altri (perchè singolarmente costano troppo poco) e la quota totale deve raggiungere almeno i 19 euro, così si ha anche la spedizione gratuita. Ci si può iscrivere anche durante il primo acquisto (anche se è meglio farlo prima) e pagare con una qualsiasi nostra carta di credito.
Per fare la spesa bisogna solamente raggiungere questa pagina e iniziare a riempire il carrello di quello che abbiamo bisogno, selezionando anche la quantità che ne vogliamo. Molti prodotti sono indicati come Prodotti Plus, ciò significa che devono essere abbinati per forza ad altri (perchè singolarmente costano troppo poco) e la quota totale deve raggiungere almeno i 19 euro, così si ha anche la spedizione gratuita. Ci si può iscrivere anche durante il primo acquisto (anche se è meglio farlo prima) e pagare con una qualsiasi nostra carta di credito.
Firefox abbandona il Flash Player e anche Microsoft dice addio a Silverlight: i plugin iniziano ad essere troppo pericolosi?
Il team Mozilla dopo aver preso una decisione drastica sull'ormai sorpassato plugin Java ha deciso di tagliare i contatti anche con Adobe Flash, perchè ritenuto troppo pericoloso.
Lo scandalo Hacking Team, che ha portato alla luce più di 400 GB di dati tra cui moltissime e-mail della stessa società di spionaggio, non ha di certo aiutato la situazione del Flash Player, ritenuto già da anni poco sicuro, ed è stato definitivamente messo KO dalle e-mail trafugate (in molti messaggi infatti si parlava di come poter utilizzare le vulnerabilità trovate nel Flash plugin).
Per il momento solo Firefox ha deciso di disabilitarlo completamente e di default, ma è comunque consigliabile disabilitarlo in tutti i browser che si utilizzano quotidianamente, e al massimo abilitarlo solo quando è strettamente necessario. Anche Google però negli ultimi tempi ha preso precauzioni, infatti uno dei pochi siti che utilizzava quasi al 100% il Flash plugin era YouTube, il quale è recentemente passato al più innovativo standard HTML5, e anche con Chrome il Flash Player viene attivato solo per contenuti importanti.
Per attivare o disattivare manualmente i plugin si può andare rapidamente nelle impostazioni del proprio browser e cercare le opzioni dedicate. In Chrome ad esempio bisogna andare su Impostazioni, Impostazioni Avanzate e Impostazioni contenuti, mentre in Firefox basta raggiungere i Componenti aggiuntivi e scegliere Plugin.
Anche Microsoft però ha deciso di non portare più avanti lo sviluppo del proprio plugin Silverlight, con Windows 10 ha deciso di darci un taglio con il passato e di dare piena fiducia all'HTML5. Il browser Microsoft Edge infatti porta una ventata di novità al mondo Internet di Windows, con molte features che non hanno niente a che fare con il vecchio Internet Explorer. Silverlight era stato introdotto nel 2007 come alternativa ad Adobe Flash ed era stato anche preso in considerazione da molte aziende, ma il successo non deve essere arrivato dove si sperava e Microsoft ha deciso così di bloccare gradualmente lo sviluppo fino a passare definitivamente allo standard HTML5.
Si potrebbe prevedere quindi che i plugin pian piano andranno a scomparire, e con loro se ne andranno moltissimi possibili virus e numerose vulnerabilità per i browser e per i sistemi operativi. Il futuro sembra segnato con forza dal nuovo standard HTML5, che, una su tutte, permette la condivisione di file multimediali e la riproduzione senza la necessità di plugin e senza la necessità di nient'altro. Tra qualche anno molto probabilmente non sentiremo più parlare di plugin da installare per far funzionare un particolare sito, a meno che non ci saranno siti completamente scritti per funzionare con quel determinato componente.
Tutte le TV in Streaming (elenco completo): vedere la TV sul PC in diretta streaming
Rai 1
Rai 2
Rai 3
Rai 4
Rai 5
Rai Movie
Rai Premium
Rai Storia
Rai Scuola
DISCOVERY ITALIA (Non Ufficiale)
Real Time
Giallo
DMAX
Focus
LA7 STREAMING
La7 (Ufficiale) / La7 (Non Ufficiale)
La7d (Ufficiale On Demand) / La7d (Non Ufficiale Diretta) / La7d Alternativo
CARTONI ANIMATI
Rai Gulp
Rai YoYo
CLASSTV
Class Life
Class Meteo
Class TV Moda
INFORMAZIONE
Sky Tg24
Rai News 24
Class CNBC
SPORTIVI
Rai Sport 1
Rai Sport 2
GazzettaTV
SuperTennis
TOP Calcio 24
MEDIAPASON
Antenna 3
Milanow
QSVS
Telelombardia
TOP Gusto
Torinow
SVIZZERA ITALIANA (Non Ufficiale)
RSI LA1 / LA1 Alternativo / LA1 Alternativo 2
RSI LA2 / LA2 Alternativo / LA2 Alternativo 2
MUSICALI
MTV Italia
DeejayTV (Ufficiale) / DeejayTV (Non Ufficiale)
RTL 102.5 TV (Cliccare su "Guarda la Radiovisione")
M20 TV
Radio Italia
Radio Capital
Radio NumberOne
KissKissTV / KissKiss Italia
ITALIA SMART
Alice
Marcopolo
Leonardo
Nuvolari
TELEVENDITE
QVC Italia
HSE24
ALTRI
CieloTV
TV2000
Fine Living (Non Ufficiale)
LaEffe
WEBTV STREAMING
CBL Movie Italia
iLIKE.TV
La3
ExtraTV
ZooTV
NasaTV
MonzaRaceTV
FlyEuropeTV
CTV Vaticano
PadrePio TV
RepubblicaTV
YouDEM
Senato WebTV
Camera WebTV
WEBRADIOTV
Radio 105 TV
Radio Montecarlo
CANALI ON DEMAND
Rai Replay
DPlay
Rivedila7
MTV On Demand
CieloTV Video
SuperTennis On Demand
FlopTV
Come scegliere uno Smartphone Android: trovare lo smartphone adatto alle nostre esigenze utilizzando Which Phone di Google
Se siamo indecisi su quale nuovo smartphone acquistare o su quale acquistare per le nostre esigenze, il sito ufficiale di Android può tornarci utile per agevolare la nostra scelta, grazie allo strumento "Which Phone" di Google.
Questo tool è molto utile perchè anche chi non conosce minimamente il mondo hardware degli smartphone può benissimo utilizzarlo, perchè il sito non chiede conoscenze specifiche sui prodotti in commercio, ma richiede all'utente che uso deve fare dello smartphone che vuole acquistare. Così chiunque può seguire rapidamente le linee guida che il tool fornisce per proseguire la ricerca allo smartphone migliore che fa al caso suo.
Per il momento lo strumento è disponibile solo in lingua inglese ma proseguendo la guida è possibile comunque utilizzarlo senza troppo conoscenze.
Una volta raggiunta l'home di Which Phone, clicchiamo su "GET STARTED" per iniziare. Ora ci troveremo nella schermate delle scelte, ovvero quello che facciamo o che vogliamo fare con lo smartphone.
In ordine troviamo: fare foto, ascoltare musica, produttività (lavoro), social network, giocare, vedere video, e (in seconda riga), viaggiare, fare sport, inviare sms, telefonare, navigare, esprimere il nostro stile.
Quando andiamo a selezionare ad esempio "fare foto" ci verrà chiesto con quale frequenza facciamo quella cosa, e in questo caso specifico "quante ne facciamo in una settimana" e, proseguendo, in modo più approfondito se facciamo foto in alta qualità o solo selfie. Dobbiamo proseguire selezionando pian piano tutte le cose che ci interessano, aiutandoci magari anche con Google Traduttore nelle parti più difficili da capire (se non conosciamo l'inglese).
Quando avremo completato le nostre selezioni (almeno 3) comparirà la scritta "SHOW ME PHONES" (mostra i telefoni) e se non conosciamo nessuna compagnia telefonica clicchiamo su "Choose later".
La successiva scheda mostrerà finalmente gli smartphone adatti a noi, filtrabili ancora per dimensione (ALL SIZES) e prezzo (ALL PRICES). Si può infatti impostare dimensione SMALL (piccoli), MEDIUM (medi) o LARGE (grandi), ma anche prezzo LOW (basso), MID (medio) o HIGH (alto).
Inizialmente verranno mostrati 3 modelli, ma con le frecce è possibile spostarsi a destra, o tornare indietro a sinistra, per dare uno sguardo a tutti i modelli presentati, eliminando anche quelli che non ci piacciono (cliccando sulla X a fianco), per raffinare la scelta solo ai modelli che ci interessano veramente, così da poter osservare anche le caratteristiche e confrontarli meglio.
Questo tool è molto utile perchè anche chi non conosce minimamente il mondo hardware degli smartphone può benissimo utilizzarlo, perchè il sito non chiede conoscenze specifiche sui prodotti in commercio, ma richiede all'utente che uso deve fare dello smartphone che vuole acquistare. Così chiunque può seguire rapidamente le linee guida che il tool fornisce per proseguire la ricerca allo smartphone migliore che fa al caso suo.
Per il momento lo strumento è disponibile solo in lingua inglese ma proseguendo la guida è possibile comunque utilizzarlo senza troppo conoscenze.
Una volta raggiunta l'home di Which Phone, clicchiamo su "GET STARTED" per iniziare. Ora ci troveremo nella schermate delle scelte, ovvero quello che facciamo o che vogliamo fare con lo smartphone.
In ordine troviamo: fare foto, ascoltare musica, produttività (lavoro), social network, giocare, vedere video, e (in seconda riga), viaggiare, fare sport, inviare sms, telefonare, navigare, esprimere il nostro stile.
Quando andiamo a selezionare ad esempio "fare foto" ci verrà chiesto con quale frequenza facciamo quella cosa, e in questo caso specifico "quante ne facciamo in una settimana" e, proseguendo, in modo più approfondito se facciamo foto in alta qualità o solo selfie. Dobbiamo proseguire selezionando pian piano tutte le cose che ci interessano, aiutandoci magari anche con Google Traduttore nelle parti più difficili da capire (se non conosciamo l'inglese).
Quando avremo completato le nostre selezioni (almeno 3) comparirà la scritta "SHOW ME PHONES" (mostra i telefoni) e se non conosciamo nessuna compagnia telefonica clicchiamo su "Choose later".
La successiva scheda mostrerà finalmente gli smartphone adatti a noi, filtrabili ancora per dimensione (ALL SIZES) e prezzo (ALL PRICES). Si può infatti impostare dimensione SMALL (piccoli), MEDIUM (medi) o LARGE (grandi), ma anche prezzo LOW (basso), MID (medio) o HIGH (alto).
Inizialmente verranno mostrati 3 modelli, ma con le frecce è possibile spostarsi a destra, o tornare indietro a sinistra, per dare uno sguardo a tutti i modelli presentati, eliminando anche quelli che non ci piacciono (cliccando sulla X a fianco), per raffinare la scelta solo ai modelli che ci interessano veramente, così da poter osservare anche le caratteristiche e confrontarli meglio.
Scaricare programmi senza virus e senza cercarli su Internet grazie a DDownloads (Portable)
Quando dobbiamo installare un programma dobbiamo naturalmente cercarlo con un motore di ricerca, come Google ad esempio, e bisogna trovare la pagina giusta e soprattutto il pulsante per il download giusto, spesso mischiato volontariamente tra molti altri per farci scaricare altri file, programmi o quant'altro quasi sempre colmo di software Adware (che poi bisogna eliminare con molta fatica).
Ecco allora che ci viene incontro DDownloads, un piccolissimo software di poco più di 1 MB addirittura portable (che quindi non bisogna installare), che permette di evitare tutto quello descritto prima. Al suo interno il programma propone un'interfaccia molto intuitiva che elenca i più comuni programmi per Windows, e tanti altri, con la possibilità di scaricarli direttamente con un click, senza doverli cercare sulle pagine ufficiali o siti mirror. Non bisogna per forza scansionare tutta la lista a mano per trovare il programma che cerchiamo, ma possiamo semplicemente cercarlo tramite il box di ricerca, oppure inserendo anche altre informazioni (come la categoria o lo sviluppatore); il software comunque ci aiuta con il completamento automatico dei termini di ricerca.
Una volta trovato il programma che cerchiamo, dobbiamo cliccare due volte sopra il nome e trovare l'opzione per il download diretto. Se lo scaricamento diretto non è disponibile il pulsante "Direct Download" non compare e a questo punto DDownloads ci darà l'opzione di "Download From Page", ovvero dalla pagina ufficiale.
Il programma in entrambi i casi verrà scaricato dal sito ufficiale, sia direttamente che indirettamente, ma facciamo sempre attenzione a probabili Adware nascosti anche nei pacchetti di installazione ufficiali (qui una guida su come non prendere virus).
Ecco allora che ci viene incontro DDownloads, un piccolissimo software di poco più di 1 MB addirittura portable (che quindi non bisogna installare), che permette di evitare tutto quello descritto prima. Al suo interno il programma propone un'interfaccia molto intuitiva che elenca i più comuni programmi per Windows, e tanti altri, con la possibilità di scaricarli direttamente con un click, senza doverli cercare sulle pagine ufficiali o siti mirror. Non bisogna per forza scansionare tutta la lista a mano per trovare il programma che cerchiamo, ma possiamo semplicemente cercarlo tramite il box di ricerca, oppure inserendo anche altre informazioni (come la categoria o lo sviluppatore); il software comunque ci aiuta con il completamento automatico dei termini di ricerca.
Una volta trovato il programma che cerchiamo, dobbiamo cliccare due volte sopra il nome e trovare l'opzione per il download diretto. Se lo scaricamento diretto non è disponibile il pulsante "Direct Download" non compare e a questo punto DDownloads ci darà l'opzione di "Download From Page", ovvero dalla pagina ufficiale.
Il programma in entrambi i casi verrà scaricato dal sito ufficiale, sia direttamente che indirettamente, ma facciamo sempre attenzione a probabili Adware nascosti anche nei pacchetti di installazione ufficiali (qui una guida su come non prendere virus).
Le migliori App per Chiamare gratis o a basso costo alternative a WhatsApp
Se solo si sfruttasse internet alla massima potenza e soprattutto se le reti italiane funzionassero come dovrebbero, si potrebbero sfruttare moltissimi servizi gratuiti con molta facilità. Uno di questi è la possibilità di scambiarsi messaggi ed effettuare chiamate gratuite tramite molteplici app sul proprio smartphone, e si potrebbero creare seri problemi alle compagnie telefoniche.
Per poter ottimizzare al meglio la tecnologia VoIP bisognerebbe passare dal concetto di "ti do il mio numero" al "ti do il mio nick", ovvero al posto di scambiare il numero di cellulare ci si dovrebbe scambiare il proprio nome utente su un determinato servizio di messaggistica gratuita.
Il problema però è che l'informazione sotto questo punto di vista è molto scarsa, basti pensare che moltissimi utenti non hanno mai installato nemmeno un app dagli store dei propri smartphone, e poi nasce anche un altro problema: ci sono troppi servizi e ci si dovrebbe mettere tutti d'accordo su quale usare, dato che questo concetto funziona solo se si sta utilizzando la stessa app. Naturalmente il più popolare dei servizi, ovvero WhatsApp, è riuscito ad accaparrarsi la maggior parte degli utenti, visto che per connettersi richiede di iscriversi tramite il proprio numero di cellulare (anche altri lo fanno), e dopo qualche anno ha finalmente introdotto le chiamate gratuite.
Se però si è un gruppo ristretto e si vuole creare una specie di rete di comunicazione gratuita si può benissimo optare per uno dei migliori servizi tra questi elencati, che permettono sia di inviare messaggi gratuiti sia di effettuare chiamate o videochiamate gratuite:
1. Skype: chi non conosce Skype ormai, è stato uno dei primi programmi a consentire non solo le chiamate gratuite ma addirittura già molti anni fa anche le videochiamate, oltre naturalmente alla possibilità di poter inviare messaggi a costo zero. Essendo uno dei più popolari è facilmente reperibile per tutti i sistemi operativi: Android, iOS e Windows Phone, oltre che su Windows, Mac, Linux, e molti altri.
2. Viber: questo è il principale rivale di Skype ed è disponibile per i principali sistemi operativi. Ci sono praticamente le stesse funzioni anche se Viber ha molte più emoticons ed è un po' meno professionale e minimale, è un po' più divertente da utilizzare e si è rivelato un degno concorrente.
3. WeChat: è uno dei primi che si è dimostrato all'altezza di WhatsApp, diventato famoso soprattutto grazie a molti eventi televisivi che hanno integrato la partecipazione virtuale al programma tramite appunto all'applicazione. La funzione per le chiamate funziona molto bene.
4. Line: in Italia non è così tanto utilizzato anche se è stato spesso sponsorizzato da personaggi famosi. Tuttavia la funzione per effettuare le chiamate, oltre naturalmente alla chat normale, è presente da parecchio tempo è funziona in modo egregio.
5. Facebook Messenger: questa applicazione sembrerebbe la più utile di tutte perchè quasi tutti hanno un profilo Facebook, quindi sarebbero tutti facilmente reperibili. Se non fosse per il fatto che per funzionare necessita del numero di cellulare, che deve essere collegato al profilo Facebook, ma non in molti per motivi di privacy hanno deciso di abbinarlo.
6. Tango, ooVoo e fring: queste tre app sono diverse dalle classiche app di questo tipo perchè sono più simili a dei mini social network. Tango in modo particolare è ricco di moltissime funzioni aggiuntive (oltre che chat, chiamate vocali e videochiamate) mentre ooVoo è specializzato per ogni funzionalità durante le videochiamate, e infine fring è uno dei migliori per fare chiamate di gruppo.
Tutti e tre potrebbero dare de filo da torcere a Skype e Viber ma purtroppo sono poco conosciuti.
6. Tango, ooVoo e fring: queste tre app sono diverse dalle classiche app di questo tipo perchè sono più simili a dei mini social network. Tango in modo particolare è ricco di moltissime funzioni aggiuntive (oltre che chat, chiamate vocali e videochiamate) mentre ooVoo è specializzato per ogni funzionalità durante le videochiamate, e infine fring è uno dei migliori per fare chiamate di gruppo.
Tutti e tre potrebbero dare de filo da torcere a Skype e Viber ma purtroppo sono poco conosciuti.
7. Indoona, mTalk e Libon: sono le tre applicazioni più convenienti per chiamare anche chi non ha l'applicazione installata. Indoona, di Tiscali, ha le tariffe bassissime (1 o 2 centesimi al minuto), sia verso i fissi che verso i cellulari, e molto spesso regala minuti extra per chiamare chi vogliamo. Ma anche mTalk ha le tariffe molto basse (da 1 a 5 centesimi al minuto) ma il suo punto forte è la possibilità di attivare un numero di telefono fisso VoIP in modo da poter ricevere le telefonate anche su un telefono VOIP di casa, oltre che sullo smartphone dov'è installata, e in più si possono inviare SMS e Fax. Infine Libon, è un altro ottimo servizio che offre una tariffa fissa, 3 centesimi al minuto, per chiamare qualsiasi telefono del mondo. L'offerta resta un po' meno conveniente rispetto a mTalk e soprattutto Indoona, ma è comunque una buona offerta.
Ovviamente le chiamate tra membri registrati sullo stesso servizio, sia su Indoona che su mTalk e Libon, sono gratuite.
8. Nimbuzz e Toolani (ex Forfone): nonostante in Italia l'app Nimbuzz sia poco conosciuta è una delle app storiche per effettuare chiamate gratuitamente e soprattutto è disponibile per qualsiasi dispositivo, anche quelli più vecchi. Toolani invece era molto utile prima, quando si chiamava ancora Forfone, dato che offriva 50 minuti al mese per chiamare i fissi italiani gratuitamente, ora invece, visto che è poco conosciuta e poi ha eliminato anche questa offerta, può tornare utile solo per chiamare i fissi all'estero a pochi centesimi, oltre alla possibilità di chiamare gratuitamente gli utenti che hanno l'app installata.
Con tutti questi servizi in futuro non sarà più necessario pagare abbonamenti di 30 euro per il telefono fisso, e a questo punto nemmeno 10 euro per le offerte degli smartphone con inclusi minuti e SMS, ma fare solo abbonamenti Internet. Sfruttando così le applicazioni giuste, anche via computer dato che molte sono disponibili anche come normali programmi, si può telefonare, videochiamare, scambiare messaggi totalmente in modo gratuito semplicemente grazie alla tecnologia VoIP che abbatte i costi per le chiamate e per qualsiasi altro servizio che consente.
Ovviamente le chiamate tra membri registrati sullo stesso servizio, sia su Indoona che su mTalk e Libon, sono gratuite.
8. Nimbuzz e Toolani (ex Forfone): nonostante in Italia l'app Nimbuzz sia poco conosciuta è una delle app storiche per effettuare chiamate gratuitamente e soprattutto è disponibile per qualsiasi dispositivo, anche quelli più vecchi. Toolani invece era molto utile prima, quando si chiamava ancora Forfone, dato che offriva 50 minuti al mese per chiamare i fissi italiani gratuitamente, ora invece, visto che è poco conosciuta e poi ha eliminato anche questa offerta, può tornare utile solo per chiamare i fissi all'estero a pochi centesimi, oltre alla possibilità di chiamare gratuitamente gli utenti che hanno l'app installata.
Con tutti questi servizi in futuro non sarà più necessario pagare abbonamenti di 30 euro per il telefono fisso, e a questo punto nemmeno 10 euro per le offerte degli smartphone con inclusi minuti e SMS, ma fare solo abbonamenti Internet. Sfruttando così le applicazioni giuste, anche via computer dato che molte sono disponibili anche come normali programmi, si può telefonare, videochiamare, scambiare messaggi totalmente in modo gratuito semplicemente grazie alla tecnologia VoIP che abbatte i costi per le chiamate e per qualsiasi altro servizio che consente.
Netflix in Italia è realtà: grazie a Telecom arriverà ad ottobre e costerà 8 euro al mese
Finalmente arriva il comunicato ufficiale da parte del CEO Reed Hastings: Netflix sbarcherà in Italia entro ottobre grazie ad un accordo con Telecom Italia.
Netflix, per chi non lo conoscesse, è uno dei più completi e popolari servizi di streaming online, e i dettagli per quanto riguarda il progetto italiano restano ancora pochi, come anche il giorno esatto in cui partirà e il servizio sarà disponibile a tutti. Per quanto riguarda il prezzo invece Hastings ha dichiarato che resterà in linea con gli altri paesi, quindi non si dovrebbero superare gli 8 euro al mese.
Con questi 8 euro avremo un pacchetto completo di 24 ore su 24 di film e serie TV da vedere, e iniziare a vedere, nei momenti che vogliamo, proprio come se avessimo tutti i film archiviati sul computer. L'importante sarà disporre di una buona linea ADSL, per riuscire a vedere come si deve, e soprattutto senza scatti, anche i contenuti ad alta risoluzione (se si vuole).
Grazie ai suoi contenuti esclusivi Netflix si è guadagnato un totale di 60 milioni di abbonati in tutto il mondo, grazie appunto anche a serie TV, prodotte e trasmesse poi in prima TV su questa piattaforma, come "House of Cards", e in Francia "Marseille".
Netflix è il simbolo in molti paesi dello streaming legale e di qualità, che è riuscito a spazzar via l'impero Blockbuster. Grazie al suo pacchetto flat da 8 euro al mese si possono avere tutti i contenuti del catalogo senza pubblicità, ed è sufficiente un computer collegato ad Internet oppure un box abilitato (sempre con connessione) collegato alla TV, niente di più semplice.
Al lancio in Italia l'offerta includerà alcune serie TV originali Netflix, come Marvel’s Daredevil, Sense8 e Bloodline, ma anche tanti documentari oppure spettacoli comici e contenuti per bambini, oltre al ricco catalogo di film (anche prime TV esclusive).
Netflix sarà disponibile su computer, smart TV, tablet, smartphone, molte console e altrettanti TV-box.
Dovrà fronteggiare le offerte già esistenti in Italia, che sono riuscite a far ritardare l'ingresso del colosso americano nel mercato italiano, ovvero Sky Online, Infinity e TimVision, oltre alla scarsa qualità delle reti ADSL italiane, non così pronta per le nuove tecnologie.
Netflix, per chi non lo conoscesse, è uno dei più completi e popolari servizi di streaming online, e i dettagli per quanto riguarda il progetto italiano restano ancora pochi, come anche il giorno esatto in cui partirà e il servizio sarà disponibile a tutti. Per quanto riguarda il prezzo invece Hastings ha dichiarato che resterà in linea con gli altri paesi, quindi non si dovrebbero superare gli 8 euro al mese.
Con questi 8 euro avremo un pacchetto completo di 24 ore su 24 di film e serie TV da vedere, e iniziare a vedere, nei momenti che vogliamo, proprio come se avessimo tutti i film archiviati sul computer. L'importante sarà disporre di una buona linea ADSL, per riuscire a vedere come si deve, e soprattutto senza scatti, anche i contenuti ad alta risoluzione (se si vuole).
Grazie ai suoi contenuti esclusivi Netflix si è guadagnato un totale di 60 milioni di abbonati in tutto il mondo, grazie appunto anche a serie TV, prodotte e trasmesse poi in prima TV su questa piattaforma, come "House of Cards", e in Francia "Marseille".
Netflix è il simbolo in molti paesi dello streaming legale e di qualità, che è riuscito a spazzar via l'impero Blockbuster. Grazie al suo pacchetto flat da 8 euro al mese si possono avere tutti i contenuti del catalogo senza pubblicità, ed è sufficiente un computer collegato ad Internet oppure un box abilitato (sempre con connessione) collegato alla TV, niente di più semplice.
Al lancio in Italia l'offerta includerà alcune serie TV originali Netflix, come Marvel’s Daredevil, Sense8 e Bloodline, ma anche tanti documentari oppure spettacoli comici e contenuti per bambini, oltre al ricco catalogo di film (anche prime TV esclusive).
Netflix sarà disponibile su computer, smart TV, tablet, smartphone, molte console e altrettanti TV-box.
Dovrà fronteggiare le offerte già esistenti in Italia, che sono riuscite a far ritardare l'ingresso del colosso americano nel mercato italiano, ovvero Sky Online, Infinity e TimVision, oltre alla scarsa qualità delle reti ADSL italiane, non così pronta per le nuove tecnologie.
E-commerce in Italia: il punto della situazione sul commercio elettronico, cresce il mobile nel 2015
È ancora in crescita il settore dell'e-commerce in Italia, ma siamo ancora indietro rispetto ai nostri competitor europei. A rivelarlo è l'ultimo rapporto sul commercio elettronico in Italia elaborato da Casaleggio Associati e presentato recentemente alla Camera di Commercio di Milano. La ricerca e-commerce in Italia 2015 mostra quindi che ancora una volta il nostro paese è indietro in questo ambito, ma che allo stesso tempo ci sono grandi potenzialità e margini di crescita, soprattutto nelle vendite su mobile.
Dopo che per anni l'e-commerce in Italia aveva avuto una crescita percentuale a due cifre, per la prima volta nel 2013 il trend estremamente positivo aveva avuto una battuta d'arresto, assestandosi ad un +6%, mentre nel 2014 si è tornati a salire dell'8%, portando il commercio elettronico ad un fatturato di oltre 24 miliardi di euro. Sembrano cifre altissime, ma in realtà il valore dell'e-commerce italiano è pari a un decimo di quello della Gran Bretagna, che peraltro lo scorso anno ha avuto una percentuale di crescita simile alla nostra: questo significa che in termini assoluti siamo sempre più distanti dai nostri competitor di oltremanica. Se poi allarghiamo ulteriormente l'orizzonte, è prevista per il 2015 una crescita del 20,9% dell'e-commerce mondiale, che dovrebbe raggiungere entro fine anno un valore di 1600 miliardi di dollari.
Per l'Italia, la notizia positiva è che, in un contesto di stagnazione economica, l'e-commerce continua a svilupparsi, più dello scorso anno e avvicinandosi di nuovo a una crescita a doppia cifra. Nel fatturato italiano dell'e-commerce (24,2 miliardi di euro), continuano a dominare i due segmenti più maturi di questo mercato, il turismo e l'intrattenimento online, che rappresentano rispettivamente il 30% e il 49% del valore del fatturato. Il turismo trova infatti online una crescente serie di applicazioni che portano innovazioni nel settore e che coinvolgono sempre di più gli stessi utenti con servizi come ad esempio Airbnb, oltre alle più "tradizionali" agenzie di viaggi online e i motori di ricerca per voli low cost. Nell'intrattenimento online, il 41% del valore è rappresentato dai giochi, dove non mancano le innovazioni come la crescente presenza su mobile. Ad esempio PokerStars è presente su mobile da diversi anni e in tempi più recenti ha lanciato una applicazione social per il gioco gratis, disponibile su iOS e Android.
Il mobile è uno dei trend più interessanti individuati dal report, visto che nel 2014 ha costituito il 13% sul totale dei ricavi derivanti dalle vendite online rispetto all’8,5% del 2013 e al 5% del 2012. Questo è stato possibile sia grazie alla crescente diffusione di smartphone e tablet tra gli utenti italiani, sia perché le stesse aziende hanno investito su questo canale, attraverso siti ottimizzati per mobile e applicazioni. La ricerca riporta una interessante dichiarazione del portale e-commerce vente-privee, secondo il quale il mobile avrebbe in parte colmato il gap nell'utilizzo di internet in Italia e questo canale rappresenta per loro il 45% del fatturato.
Insomma, se per chi vuole vendere online la parola d'ordine è "mobile", l'altro grande trend individuato dal report di Casaleggio Associati è quello dei marketplace (i "centri commerciali online" come Amazon e Ebay) che hanno visto crescere il loro fatturato del 55% rispetto allo scorso anno. Nel complesso rappresentano attualmente il 4% del valore dell'e-commerce in Italia, ma la loro crescita è destinata ad aumentare, visto che in mercati più maturi come quello della Gran Bretagna rappresentano un terzo del fatturato dei prodotti fisici venduti online.
Per quanto riguarda le prospettive future dell'e-commerce italiano, uno dei principali aspetti da tenere conto è la vendita all'estero, che secondo la ricerca rappresenta la principale leva di crescita. In questa ottica, i marketplace possono rappresentare un canale strategico per arrivare su mercati esteri. In generale, il commercio elettronico può rappresentare una ghiotta occasione per le piccole e medie imprese italiane, anche in vista degli obiettivi europei di portare entro il 2020 almeno un terzo delle PMI europee sull’e-commerce.
Dopo che per anni l'e-commerce in Italia aveva avuto una crescita percentuale a due cifre, per la prima volta nel 2013 il trend estremamente positivo aveva avuto una battuta d'arresto, assestandosi ad un +6%, mentre nel 2014 si è tornati a salire dell'8%, portando il commercio elettronico ad un fatturato di oltre 24 miliardi di euro. Sembrano cifre altissime, ma in realtà il valore dell'e-commerce italiano è pari a un decimo di quello della Gran Bretagna, che peraltro lo scorso anno ha avuto una percentuale di crescita simile alla nostra: questo significa che in termini assoluti siamo sempre più distanti dai nostri competitor di oltremanica. Se poi allarghiamo ulteriormente l'orizzonte, è prevista per il 2015 una crescita del 20,9% dell'e-commerce mondiale, che dovrebbe raggiungere entro fine anno un valore di 1600 miliardi di dollari.
Per l'Italia, la notizia positiva è che, in un contesto di stagnazione economica, l'e-commerce continua a svilupparsi, più dello scorso anno e avvicinandosi di nuovo a una crescita a doppia cifra. Nel fatturato italiano dell'e-commerce (24,2 miliardi di euro), continuano a dominare i due segmenti più maturi di questo mercato, il turismo e l'intrattenimento online, che rappresentano rispettivamente il 30% e il 49% del valore del fatturato. Il turismo trova infatti online una crescente serie di applicazioni che portano innovazioni nel settore e che coinvolgono sempre di più gli stessi utenti con servizi come ad esempio Airbnb, oltre alle più "tradizionali" agenzie di viaggi online e i motori di ricerca per voli low cost. Nell'intrattenimento online, il 41% del valore è rappresentato dai giochi, dove non mancano le innovazioni come la crescente presenza su mobile. Ad esempio PokerStars è presente su mobile da diversi anni e in tempi più recenti ha lanciato una applicazione social per il gioco gratis, disponibile su iOS e Android.
Il mobile è uno dei trend più interessanti individuati dal report, visto che nel 2014 ha costituito il 13% sul totale dei ricavi derivanti dalle vendite online rispetto all’8,5% del 2013 e al 5% del 2012. Questo è stato possibile sia grazie alla crescente diffusione di smartphone e tablet tra gli utenti italiani, sia perché le stesse aziende hanno investito su questo canale, attraverso siti ottimizzati per mobile e applicazioni. La ricerca riporta una interessante dichiarazione del portale e-commerce vente-privee, secondo il quale il mobile avrebbe in parte colmato il gap nell'utilizzo di internet in Italia e questo canale rappresenta per loro il 45% del fatturato.
Insomma, se per chi vuole vendere online la parola d'ordine è "mobile", l'altro grande trend individuato dal report di Casaleggio Associati è quello dei marketplace (i "centri commerciali online" come Amazon e Ebay) che hanno visto crescere il loro fatturato del 55% rispetto allo scorso anno. Nel complesso rappresentano attualmente il 4% del valore dell'e-commerce in Italia, ma la loro crescita è destinata ad aumentare, visto che in mercati più maturi come quello della Gran Bretagna rappresentano un terzo del fatturato dei prodotti fisici venduti online.
Per quanto riguarda le prospettive future dell'e-commerce italiano, uno dei principali aspetti da tenere conto è la vendita all'estero, che secondo la ricerca rappresenta la principale leva di crescita. In questa ottica, i marketplace possono rappresentare un canale strategico per arrivare su mercati esteri. In generale, il commercio elettronico può rappresentare una ghiotta occasione per le piccole e medie imprese italiane, anche in vista degli obiettivi europei di portare entro il 2020 almeno un terzo delle PMI europee sull’e-commerce.
Rete veloce in Italia: presente e futuro della banda larga per le TV in streaming e i videogames
La rete Internet fa ormai parte della nostra quotidianità, tanto che ne usufruiamo senza pensarci. Accendiamo il computer, lo smartphone, il tablet e siamo automaticamente collegati; talvolta è necessario digitare una password, ma l’operazione è veloce e indolore. L’unico caso in cui ci ricordiamo dell'esistenza della rete e di quanto sia importante per noi è quando questa non funziona o va a singhiozzi, interrompendo il lavoro o l'intrattenimento. Anche chi possiede un abbonamento che permette di navigare tramite rete mobile necessita di connettersi in Wi-Fi ad una rete fissa a banda larga ed è dunque utile capire il livello italiano di diffusione di quest’ultima e quale è la sua effettiva velocità.
Infratel, società del ministero dello Sviluppo economico, attesta che la banda larga più diffusa sul territorio nazionale è quella che arriva a 20 Mbps, giungendo al 96,9% della popolazione. In questo caso la media è poco al di sotto di quella europea del 97%, ma più aumenta la velocità e più il divario fra copertura italiana ed europea si fa sentire. Solo il 22,3% degli italiani giova della copertura fino a 30 Mbps, mentre la media della popolazione europea arriva al 64% e va ancora peggio con la rete fino a 100 Mbps, fruibile dal 2,4% dei nostri connazionali e dal 6% dei cittadini europei.
Sempre Infratel permette di ricevere i dati a livello regionale oppure comunale e di monitorare i progressi dei lavori di copertura (sia ADSL che fibra ottica) nella propria città. I dati sopra riportati risalgono al 2014 e sono in fase di aggiornamento, dunque le percentuali della connettività nazionale sono poco più alte. Gli obiettivi governativi sono comunque rivolti verso l'aumento della banda ultra larga e verso la copertura del 100% delle città italiane interessate dagli investimenti privati.
La strada tracciata va nella direzione dello sviluppo della rete veloce, che renderà possibile ad un'ampia fetta della popolazione l'accesso a servizi altrimenti off limits. Basti pensare alla televisione in streaming e a quei giochi online che richiedono un'interazione veloce e che attualmente non sono fruibili con la banda larga. Ormai la TV in streaming è diventata una forma di intrattenimento ampiamente diffusa nelle aree coperte da banda ultra veloce, che va ben oltre la visione dei film e si attesta sempre di più su programmi TV diffusi in streaming. Sempre più ampia è anche la varietà dei passatempi praticati online e che richiedono una velocità di interazione elevata, assicurata solo da una rete veloce. Ad esempio su William Hill si può giocare a speed poker che come indica la parola stessa implica tempi brevi di gioco e quindi connessioni veloci. Lo stesso discorso vale per i giochi multiplayer online, come gli sparatutto in prima persona o anche i videogame di ruolo che permettono di compiere missioni con amici (come Diablo III), in cui è necessaria una linea veloce e costante per non invalidare la sessione di gioco.
Un futuro con la banda ultra larga permette anche l'Internet of Things (IoT), che non può esistere senza una rete veloce che lo supporti. L'IoT prevede infatti l'interazione con tutto ciò che ci circonda e per farlo si serve di sensori, attuatori, smart code e tag RFID applicati a un qualsiasi oggetto. L'oggetto in questione diventa dunque in grado di ricevere e trasmettere informazioni tramite il web ed è così che il nostro frigorifero ci farà sapere quali cibi stanno scadendo e che il pneumatico della nostra macchina ci dirà che sta per rompersi. Oltre agli oggetti saranno interessati servizi e infrastrutture, ma come ribadisce Fabio Santini, Direttore della Divisione Developer Experience e Evangelism di Microsoft Italia, "Oggi abbiamo linee più veloci a ricevere le informazioni che a mandarle, invece nel mondo dell'IoT sarà molto importante focalizzarci sulla capacità di mandare i dati dai sensori al cloud".
Infratel, società del ministero dello Sviluppo economico, attesta che la banda larga più diffusa sul territorio nazionale è quella che arriva a 20 Mbps, giungendo al 96,9% della popolazione. In questo caso la media è poco al di sotto di quella europea del 97%, ma più aumenta la velocità e più il divario fra copertura italiana ed europea si fa sentire. Solo il 22,3% degli italiani giova della copertura fino a 30 Mbps, mentre la media della popolazione europea arriva al 64% e va ancora peggio con la rete fino a 100 Mbps, fruibile dal 2,4% dei nostri connazionali e dal 6% dei cittadini europei.
Sempre Infratel permette di ricevere i dati a livello regionale oppure comunale e di monitorare i progressi dei lavori di copertura (sia ADSL che fibra ottica) nella propria città. I dati sopra riportati risalgono al 2014 e sono in fase di aggiornamento, dunque le percentuali della connettività nazionale sono poco più alte. Gli obiettivi governativi sono comunque rivolti verso l'aumento della banda ultra larga e verso la copertura del 100% delle città italiane interessate dagli investimenti privati.
La strada tracciata va nella direzione dello sviluppo della rete veloce, che renderà possibile ad un'ampia fetta della popolazione l'accesso a servizi altrimenti off limits. Basti pensare alla televisione in streaming e a quei giochi online che richiedono un'interazione veloce e che attualmente non sono fruibili con la banda larga. Ormai la TV in streaming è diventata una forma di intrattenimento ampiamente diffusa nelle aree coperte da banda ultra veloce, che va ben oltre la visione dei film e si attesta sempre di più su programmi TV diffusi in streaming. Sempre più ampia è anche la varietà dei passatempi praticati online e che richiedono una velocità di interazione elevata, assicurata solo da una rete veloce. Ad esempio su William Hill si può giocare a speed poker che come indica la parola stessa implica tempi brevi di gioco e quindi connessioni veloci. Lo stesso discorso vale per i giochi multiplayer online, come gli sparatutto in prima persona o anche i videogame di ruolo che permettono di compiere missioni con amici (come Diablo III), in cui è necessaria una linea veloce e costante per non invalidare la sessione di gioco.
Un futuro con la banda ultra larga permette anche l'Internet of Things (IoT), che non può esistere senza una rete veloce che lo supporti. L'IoT prevede infatti l'interazione con tutto ciò che ci circonda e per farlo si serve di sensori, attuatori, smart code e tag RFID applicati a un qualsiasi oggetto. L'oggetto in questione diventa dunque in grado di ricevere e trasmettere informazioni tramite il web ed è così che il nostro frigorifero ci farà sapere quali cibi stanno scadendo e che il pneumatico della nostra macchina ci dirà che sta per rompersi. Oltre agli oggetti saranno interessati servizi e infrastrutture, ma come ribadisce Fabio Santini, Direttore della Divisione Developer Experience e Evangelism di Microsoft Italia, "Oggi abbiamo linee più veloci a ricevere le informazioni che a mandarle, invece nel mondo dell'IoT sarà molto importante focalizzarci sulla capacità di mandare i dati dai sensori al cloud".
Come aumentare il segnale Wi-Fi in casa: 10 trucchi e consigli per migliorare la connessione Wireless
La connessione Wi-Fi è sicuramente molto comoda, forse è il tipo di connessione più comodo in assoluto per avere la rete ADSL in tutta la casa, così da poter connettere ogni dispositivo che abbiamo senza cavi. Se non fosse per le tante cose a cui bisogna stare attenti, sia per avere una connessione ben protetta, sia per averla comunque veloce e senza disturbi.
Per chi è alle prime armi con i router Wi-Fi, ma anche per i geek più attenti, è sempre molto utile leggere qualche consiglio in più, così da avere una connessione protetta ed efficiente allo stesso tempo. Ecco così una lista della cose più importanti da sapere e qualche trucco per il mondo Wi-Fi:
1. Utilizzare un router recente: per avere una connessione stabile e veloce dobbiamo assicurarci di avere un router di ultima generazione, o perlomeno uno con tecnologia N. Le tipologie di reti wireless si differenziano in: A, B, G, N, AC (in ordine cronologico). L'ultima è sicuramente la più potente e recente tecnologia utilizzabile, ma ha bisogno anche di hardware (la scheda di rete), nei dispositivi che devono connettersi, che la supportino (anche se è retro compatibile). Quindi se non abbiamo computer o smartphone e tablet recentissimi possiamo benissimo optare per un router che arriva alla connessione N. C'è anche un altro valore da tener contro: la velocità di trasmissione. Questa è la velocità con la quale il router comunica in wireless, e si può scegliere benissimo un router che arriva a 150/300 Mbps, che è già abbondantemente sufficiente (ne esistono alcuni che arrivano addirittura a 900, ma sono praticamente inutili e costano troppo).
2. Mettere il router nel luogo ideale: il router deve essere posto nel luogo giusto, per trasmettere una connessione veloce e priva di interferenze. Come prima regola dovrebbe essere posto al centro della casa ed essere sollevato da terra. Se invece dobbiamo utilizzare la rete wireless in una zona ben precisa della casa, mettiamo il router direttamente nel locale in cui lo utilizziamo maggiormente. Come ultima cosa, lasciamo il router in una zona dove può "respirare" bene e quindi trasmettere in modo efficiente e adeguato.
3. Tenere le antenne in verticale: le antenne sono importantissime per questo tipo di connessione. C'è chi dice che quelle interne funzionano in modo uguale a quelle esterne, c'è chi invece dice che è meglio averle esterne, e più ce ne sono meglio è. Qualsiasi siano il tipo di antenne presenti nel nostro router, facciamo attenzione a posizionarle in modo verticale, anche se non sono esterne, quindi se sono interne posizioniamo il router come è consigliato nella scheda del prodotto (di solito verticalmente anche questo).
4. Impostare il canale giusto: se abitiamo in una zona abbastanza trafficata, con parecchi router quindi, bisogna fare attenzione a scegliere il canale giusto per la nostra rete wireless. In un ambiente ideale non dovrebbero esserci più di tre router "vicini", perchè ogni canale occupa anche circa 2 canali a sinistra e due canali a destra (anche se non completamente) ed essendoci solo 13 canali disponibili, quelli che si possono occupare senza creare reciproci disturbi sono: 1, 6, 11 oppure 2, 7, 12 oppure 3, 8, 13.
Per scegliere il canale adeguato, si possono sfruttare alcuni software, come NetSurveyor, che identificano le reti Wi-Fi, presenti nella zona vicina a noi, informandoci anche dei canali occupati e di quelli che possono essere utilizzati senza subire particolari disturbi. Comunque sia, fino a 3 router si può evitare di sovrapporsi (con 2 si può anche inserirsi nel canale più lontano possibile dall'altro), mentre quando si inizia ad essere in tanti bisogna cercare di utilizzare il canale "più libero" (tenendo sempre conto che sarà disturbato e disturberà i due canali a destra e i due a sinistra).
5. Passare ad un router 5 GHz (se necessario): nel caso in cui ci fossero troppe reti wireless (che sfruttano la banda a 2,4 Ghz) si può pensare di passare ad un router che sfrutta anche la banda a 5 GHz. Qui abbiamo molti più canali (non sovrapposti) che non hanno niente a che fare con i canali delle reti a 2,4 GHz, quindi non vengono disturbati minimamente, neanche da altri dispositivi che possono interferire (punto 6).
6. Fare attenzione alle interferenze: oltre agli altri router, che possono disturbare la nostra rete, le interferenze più forti arrivano sicuramente dai forni a microonde, seguiti dai segnali bluetooth, e infine dai telefoni cordless. Questi ultimi due non rallentano più di tanto la navigazione, mentre i forni a microonde, naturalmente quando sono in funzione, disturbano tantissimo le reti Wi-Fi, rendendo quasi impossibile la navigazione.
Per non avere questi tipi di disturbi si può utilizzare un router che sfrutta la banda a 5 GHz (punto 5).
7. Impostare la protezione adeguata: la protezione migliore è la WPA2 ma, se per qualche motivo non è disponibile o abbiamo vecchi dispositivi che non la supportano, è possibile anche impostare la WPA. La protezione WEP invece non impostiamola mai (nei più recenti non è neanche più disponibile) perchè ormai è stato accertato che non è più sicura ed è facilmente hackerabile.
Una volta scelta la tipologia di protezione possiamo impostare la password per la nostra rete Wi-Fi.
8. Diminuire la velocità di trasmissione (se necessario): se vediamo che la connessione wireless impostata alla "potenza massima" non regge per quello che dobbiamo fare, possiamo sempre diminuire la velocità di trasmissione, quindi possiamo farla scendere da 300 Mbps a 145 Mbps per esempio, oppure scendere ancora a 54. Meglio avere una connessione stabile con una normale velocità, che una instabile ma velocissima.
9. Amplificare la connessione (se necessario): quando la rete Wi-Fi non è visibile in alcuni punti della casa o non riesce a raggiungere il punto in cui dobbiamo connetterci, possiamo optare per l'introduzione di un ripetitore (o, per meglio dire, un range extender). E' sempre meglio non utilizzare ripetitori fino a quando la connessione è buona, perchè mettendo questo tipo di dispositivo andiamo a rallentare di qualche secondo la velocità di trasmissione, però se è necessario può tornare veramente utile aggiungere un ripetitore per far arrivare la rete Wi-Fi in punti dove prima era impensabile farla arrivare.
10. Fare speedtest di verifica: una volta terminate le varie ottimizzazioni sarebbe meglio fare uno speedtest tramite uno dei migliori siti per scoprire la velocità della nostra ADSL. Questi test normalmente andrebbero fatti tramite cavo Ethernet, e non tramite Wi-Fi, per avere risultati più accurati, però in questo caso, per vedere se la connessione funziona a dovere, possiamo lo stesso fare dei test per verificare che tutto sia a posto.
Molto probabilmente non raggiungeremo la stessa velocità che raggiungeremmo tramite cavo, ma ora, con tutti i miglioramenti e le ottimizzazioni che abbiamo fatto, la velocità wireless non dovrebbe essere molto distante dalla velocità via cavo.
Per chi è alle prime armi con i router Wi-Fi, ma anche per i geek più attenti, è sempre molto utile leggere qualche consiglio in più, così da avere una connessione protetta ed efficiente allo stesso tempo. Ecco così una lista della cose più importanti da sapere e qualche trucco per il mondo Wi-Fi:
1. Utilizzare un router recente: per avere una connessione stabile e veloce dobbiamo assicurarci di avere un router di ultima generazione, o perlomeno uno con tecnologia N. Le tipologie di reti wireless si differenziano in: A, B, G, N, AC (in ordine cronologico). L'ultima è sicuramente la più potente e recente tecnologia utilizzabile, ma ha bisogno anche di hardware (la scheda di rete), nei dispositivi che devono connettersi, che la supportino (anche se è retro compatibile). Quindi se non abbiamo computer o smartphone e tablet recentissimi possiamo benissimo optare per un router che arriva alla connessione N. C'è anche un altro valore da tener contro: la velocità di trasmissione. Questa è la velocità con la quale il router comunica in wireless, e si può scegliere benissimo un router che arriva a 150/300 Mbps, che è già abbondantemente sufficiente (ne esistono alcuni che arrivano addirittura a 900, ma sono praticamente inutili e costano troppo).
2. Mettere il router nel luogo ideale: il router deve essere posto nel luogo giusto, per trasmettere una connessione veloce e priva di interferenze. Come prima regola dovrebbe essere posto al centro della casa ed essere sollevato da terra. Se invece dobbiamo utilizzare la rete wireless in una zona ben precisa della casa, mettiamo il router direttamente nel locale in cui lo utilizziamo maggiormente. Come ultima cosa, lasciamo il router in una zona dove può "respirare" bene e quindi trasmettere in modo efficiente e adeguato.
3. Tenere le antenne in verticale: le antenne sono importantissime per questo tipo di connessione. C'è chi dice che quelle interne funzionano in modo uguale a quelle esterne, c'è chi invece dice che è meglio averle esterne, e più ce ne sono meglio è. Qualsiasi siano il tipo di antenne presenti nel nostro router, facciamo attenzione a posizionarle in modo verticale, anche se non sono esterne, quindi se sono interne posizioniamo il router come è consigliato nella scheda del prodotto (di solito verticalmente anche questo).
4. Impostare il canale giusto: se abitiamo in una zona abbastanza trafficata, con parecchi router quindi, bisogna fare attenzione a scegliere il canale giusto per la nostra rete wireless. In un ambiente ideale non dovrebbero esserci più di tre router "vicini", perchè ogni canale occupa anche circa 2 canali a sinistra e due canali a destra (anche se non completamente) ed essendoci solo 13 canali disponibili, quelli che si possono occupare senza creare reciproci disturbi sono: 1, 6, 11 oppure 2, 7, 12 oppure 3, 8, 13.
Per scegliere il canale adeguato, si possono sfruttare alcuni software, come NetSurveyor, che identificano le reti Wi-Fi, presenti nella zona vicina a noi, informandoci anche dei canali occupati e di quelli che possono essere utilizzati senza subire particolari disturbi. Comunque sia, fino a 3 router si può evitare di sovrapporsi (con 2 si può anche inserirsi nel canale più lontano possibile dall'altro), mentre quando si inizia ad essere in tanti bisogna cercare di utilizzare il canale "più libero" (tenendo sempre conto che sarà disturbato e disturberà i due canali a destra e i due a sinistra).
5. Passare ad un router 5 GHz (se necessario): nel caso in cui ci fossero troppe reti wireless (che sfruttano la banda a 2,4 Ghz) si può pensare di passare ad un router che sfrutta anche la banda a 5 GHz. Qui abbiamo molti più canali (non sovrapposti) che non hanno niente a che fare con i canali delle reti a 2,4 GHz, quindi non vengono disturbati minimamente, neanche da altri dispositivi che possono interferire (punto 6).
6. Fare attenzione alle interferenze: oltre agli altri router, che possono disturbare la nostra rete, le interferenze più forti arrivano sicuramente dai forni a microonde, seguiti dai segnali bluetooth, e infine dai telefoni cordless. Questi ultimi due non rallentano più di tanto la navigazione, mentre i forni a microonde, naturalmente quando sono in funzione, disturbano tantissimo le reti Wi-Fi, rendendo quasi impossibile la navigazione.
Per non avere questi tipi di disturbi si può utilizzare un router che sfrutta la banda a 5 GHz (punto 5).
7. Impostare la protezione adeguata: la protezione migliore è la WPA2 ma, se per qualche motivo non è disponibile o abbiamo vecchi dispositivi che non la supportano, è possibile anche impostare la WPA. La protezione WEP invece non impostiamola mai (nei più recenti non è neanche più disponibile) perchè ormai è stato accertato che non è più sicura ed è facilmente hackerabile.
Una volta scelta la tipologia di protezione possiamo impostare la password per la nostra rete Wi-Fi.
8. Diminuire la velocità di trasmissione (se necessario): se vediamo che la connessione wireless impostata alla "potenza massima" non regge per quello che dobbiamo fare, possiamo sempre diminuire la velocità di trasmissione, quindi possiamo farla scendere da 300 Mbps a 145 Mbps per esempio, oppure scendere ancora a 54. Meglio avere una connessione stabile con una normale velocità, che una instabile ma velocissima.
9. Amplificare la connessione (se necessario): quando la rete Wi-Fi non è visibile in alcuni punti della casa o non riesce a raggiungere il punto in cui dobbiamo connetterci, possiamo optare per l'introduzione di un ripetitore (o, per meglio dire, un range extender). E' sempre meglio non utilizzare ripetitori fino a quando la connessione è buona, perchè mettendo questo tipo di dispositivo andiamo a rallentare di qualche secondo la velocità di trasmissione, però se è necessario può tornare veramente utile aggiungere un ripetitore per far arrivare la rete Wi-Fi in punti dove prima era impensabile farla arrivare.
10. Fare speedtest di verifica: una volta terminate le varie ottimizzazioni sarebbe meglio fare uno speedtest tramite uno dei migliori siti per scoprire la velocità della nostra ADSL. Questi test normalmente andrebbero fatti tramite cavo Ethernet, e non tramite Wi-Fi, per avere risultati più accurati, però in questo caso, per vedere se la connessione funziona a dovere, possiamo lo stesso fare dei test per verificare che tutto sia a posto.
Molto probabilmente non raggiungeremo la stessa velocità che raggiungeremmo tramite cavo, ma ora, con tutti i miglioramenti e le ottimizzazioni che abbiamo fatto, la velocità wireless non dovrebbe essere molto distante dalla velocità via cavo.
Scoprire la velocità della propria connessione: i migliori siti per testare la velocità dell'ADSL e fare Speed Test
Facendo però un test possiamo verificare che velocità raggiunge più precisamente la nostra ADSL, oltre ad altre informazioni; è infatti possibile vedere anche quanto è stabile la linea e che tempi di risposta ha quando invia o riceve un file.
Prima di effettuare ogni test è bene sapere che i provider italiani solitamente promettono 20 mega ma il range massimo che impostano è di 16 mega, se poi la linea non è efficiente oppure siamo lontani dalla centralina molto probabilmente verrà impostato anche a 12 mega (per rimanere stabile). Comunque per una qualità massima del test, così da risultare il più veritiero possibile, è importante effettuarlo tramite cavo Ethernet, e non tramite Wi-Fi, per avere risultati più accurati.
Vediamo quindi i migliori siti per misurare la velocità della nostra ADSL:
1. Ookla (speedtest.net): è sicuramente il più popolare ed efficace servizio per fare test sull'ADSL. E' molto semplice da usare, basta raggiungere l'home e cliccare su "INIZIA TEST", così da far iniziare il test. In meno di un minuto avremo tutti i risultati che ci servono: ping (tempo di risposta), velocità download e velocità upload.
Durante il test è possibile vedere anche quanto è stabile la nostra linea, infatti se il grafico di velocità rimane fisso (o comunque stabile) sulla velocità più alta, senza crolli improvvisi quindi, vuol dire che le prestazioni sono ottime e non avremo disconnessioni quasi mai, in caso contrario sarebbe meglio contattare il provider per farci sistemare la connessione (nella maggior parte dei casi ci abbasserà la velocità massima di download per renderla più stabile).
2. NGI (test.ngi.it): sembra essere il misuratore preferito da molti tecnici telefonici, molto spesso infatti quando si contatta l'assistenza viene chiesto di fare un test con questo sistema. E' semplicissimo da usare anche questo, bisogna solamente raggiungere il sito e cliccare su "Effettua il test", e anche qui si può osservare il grafico della velocità durante la scansione.
Al termine verranno mostrati i risultati di: latenza (ping o tempo di risposta), jitter (variazione della latenza), pacchetti persi e firewall (serve Java) e naturalmente la velocità di download e upload.
3. ADSL-TEST (adsl-test.it): eseguendo il test tramite questo sito (test molto rapido) ci verrà mostrato oltre alle solite informazioni (ping, download e upload) anche un resoconto delle compagnie telefoniche che nel nostro comune funzionano meglio e più velocemente, o lentamente, della nostra (in base ai test che sono stati effettuati tramite quel sito), insieme alle offerte più convenienti.
Un servizio simile ma più completo è offerto da SOSTariffe, che sfrutta il servizio di Ookla ma invia tramite e-mail un resoconto più ampio sui raffronti con le altre compagnie.
4. MC-link (speedtest.mclink.it): test rapidissimo che in pochi secondi restituisce i dati di download, upload e ping.
5. Speedtest-Italy (speedtest-italy.com): un test con solo le funzioni di base, molto rapido ma con poche garanzie.