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Come eliminare un link su Google: grazie alla legge sul diritto all'oblio si può far rimuovere un link da Google

Dal mese di marzo 2014, grazie al nuovo form con valore europeo, è possibile inviare una richiesta a Google per far rimuovere un link che compare nei risultati del motore di ricerca. Non tutti i link però possono essere rimossi, altrimenti si scatenerebbe l'inferno, ma i link in questione vengono processati e se identificati come non più rilevanti e quindi obsoleti allora vengono eliminati.

La procedura per richiedere la cancellazione è molto semplice: tutto parte da questa pagina denominata "Richiesta di rimozione di risultati di ricerca ai sensi della legge europea per la protezione dei dati".
Bisogna iniziare selezionando il Paese da dove arriva la richiesta, proseguendo così con le varie domande fino ad arrivare alla parte dedicata alle informazioni personali, all'inserimento del link, al motivo, e, alle fine, all'invio della richiesta.
Tutte le richieste vengono prese in considerazione ma saranno approvate solo quelle dove i link da eliminare "includono informazioni obsolete sull'utente" e quelli che non hanno "informazioni di interesse pubblico".
Esiste già un form di base per queste cose, ed è raggiungibile a questo link, mentre questo è il link rapido per la rimozione di informazioni obsolete o eliminate.

Motori di ricerca alternativi, che non tracciano e che rispettano la privacy per navigare anonimi

Google è certamente il miglior motore di ricerca al mondo, è ricco di contenuti, fa ricerche su ogni cosa, trova di tutto, le pagine sono sempre fresche e aggiornate, insomma se il 90% degli utenti lo usa ogni giorno ci sarà un motivo, anzi più di uno.

Però è anche risaputo che Google traccia ogni nostro movimento, per proporci pubblicità mirate e sicuramente anche per altri scopi ancora "ignoti". Sembra anche che Google recentemente abbia modificato un po' i criteri dei risultati delle ricerche che facciamo, promuovendo sempre più sponsor o brand importanti e, dato che siamo tracciati, i risultati reali potrebbero essere sostituiti con quelli mirati e più di "nostro interesse", al posto di siti o articoli magari fatti meglio e migliori.
Il punto è che la ricerca dove essere uguale per tutti o almeno ci dovrebbe essere la possibilità di scegliere tra la ricerca "normale" e quella "mirata".
L'alternativa ben nota è Bing, ma non è sicuramente tra i migliori perchè famosissimo per la scarsa qualità dei risultati e soprattutto è poco apprezzato dagli utenti.

C'è anche da sottolineare che di Google ce n'è uno solo, rimane il migliore in assoluto e non si può di certo abbandonare. Il prezzo da pagare per utilizzare tutte le sue funzioni è quello della scarsa privacy, dato che Google vede tutto, cosa su cui invece gli altri motori di ricerca puntano enormemente. Infatti la maggior parte dei motori di ricerca alternativi che propongo punta sul fatto che la privacy è garantita e che non verranno tracciate nè le ricerche nè i movimenti dell'utente (cosa molto utile se stiamo cercando di navigare anonimi su Internet):

1. DuckDuckGo: questo è il motore di ricerca alternativo a Google migliore di tutti. Ha un bell'impatto visivo (personalizzabile), è ben aggiornato, offre tantissime funzioni (qualcuna meglio di Google), e privacy è la parola d'ordine.
Raggiungendo l'home page si può notare in alto a destra il pulsante con le tre righe per le opzioni, dove è possibile oltre che a cambiare tema avere anche altre informazioni.
Si può effettuare subito una ricerca, che di default ci mostra i risultati internazionali, e le ricerche sono tutte basate sul protocollo HTTPS così da non essere identificate neanche dai siti che visitiamo (anche Google lo permette), ma si possono filtrare per nazione, impostando Italia, sulla destra dei risultati.
Un altro punto forte è che le ricerche non sono influenzate da niente: non vengono influenzate dalle nostre ricerche precedenti, dai nostri gusti negli acquisti, non ci sono censure, inoltre non ci sono le pagine di ricerca divise, che rischiano di nasconderci alcuni contenuti, la pagina è una sola che scorre da sola quando arriviamo alla fine.
Tra le numerose funzioni, quasi tutte legate al crowdsourcing (ovvero che derivano da altri siti) troviamo:
-se stiamo cercando siti ufficiali di marchi importanti, il primo risultato sarà certamente quello giusto, con l'aggiunta di informazioni zero-click derivanti da Wikipedia;
-se cerchiamo un video (cliccando nella sezione Video) potremo vedere il filmato caricato su YouTube senza neanche raggiungere il sito, basta cliccare play e il video inizia;
-quando cerchiamo un cantante o una canzone si attiva la sezione audio, legata a SoundCloud, con la possibilità di ascoltare direttamente il pezzo;
-le pagine già visualizzate vengono contrassegnate con una V sulla sinistra.
DuckDuckGo è un motore di ricerca tutto da scoprire, e oltre all'home normale dispone anche di un homepage lite e di una minimal, e una pratica funzione per cercare anche in altri siti direttamente dal search box principale (per cercare ad esempio su YouTube bisogna scrivere !YouTube nomevideo, ma ce ne sono veramente tantissimi, tutti in questa pagina).


2. StartPage (o IxQuick): al secondo posto c'è questo motore di ricerca dotato anche di un proxy privato. Il punto forte è che nella pagina della ricerca, a fianco alla descrizione di ogni sito, c'è l'opzione di aprire l'indirizzo tramite proxy, così da poter aprire anche i siti censurati oppure per accedere ai siti nascondendo il nostro vero IP.
Anche questo motore di ricerca rispetta la privacy al 100% e offre il protocollo HTTPS.
I contenuti delle ricerche sono abbastanza soddisfacenti, anche perchè sono presi da Google, però il motore di ricerca non è così potente e per le ricerche più sofisticate ci possono essere delle disuguaglianze.
La grafica è molto simile al vecchio Google e non si spinge oltre.

3. Goodsearch: questo motore è basato su Yahoo ma offre i risultati in maniera più ottimizzata e soprattutto ha un layout da classica "search home page". Tra le funzioni diverse dal solito possiamo trovare le "top search" del momento direttamente sulla destra delle ricerche, si possono filtrare le ricerche delle immagini tra quelle di Flickr oppure cercarle in alta qualità (High Quality), mentre se si cercano i video è possibile vedere l'anteprima direttamente posizionandoci sopra con il mouse.
La vera differenza con gli altri è che Goodsearch permette di fare beneficenza semplicemente cercando, perchè parte degli introiti pubblicitari finiscono ad un'associazione di nostra scelta.

Per scegliere l'associazione (anche se è in inglese) bisogna cercarne una cliccando in home su "Find a cause to support" (in alto).

4. Lycos: forse il motore di ricerca con una grafica non proprio ottimale, a causa della pagina principale un po' troppo invasiva, ma i risultati sembrano essere abbastanza buoni, anche se non sempre in italiano.
Per quanto riguarda le ricerche il sito è molto veloce nel caricare i risultati e anche nel mostrarli con uno stile molto minimale, per le immagini e i video non è molto soddisfacente. Se però stiamo cercando qualcosa di molto diverso o qualche sito che non abbiamo ancora visto possiamo benissimo puntare su questo search engine.

5 (extra). Tinooo: questo sito non è un vero e proprio motore di ricerca ma offre alcuni pulsanti per velocizzare le ricerche su più siti. Infatti direttamente dalla pagina iniziale possiamo cercare su Google, su Google Immagini, sulle Pagine Bianche, su IlMeteo, Amazon, YouTube, Wikipedia e molti altri, senza dover cambiar sito.
Un altro simile è Kadaza (un breve post qui) ma a differenza del primo mette a disposizione dei veri e propri link a tantissimi altri siti, oltre ad alcune normali ricerche, tra cui Google.

Project Ara: uscita, prezzo e news del primo smartphone modulare di Google

Fino ad ora abbiamo sempre potuto scegliere se acquistare PC pre-assemblati oppure assemblarne uno noi, ad hoc in base alle nostre esigenze, per poi cambiare anche qualche pezzo per renderlo sempre più veloce o per aumentare le prestazioni e stare al passo coi tempi.

Con gli smartphone invece abbiamo sempre dovuto adeguarci ai prodotti che il mercato ci offriva e comprarli per forza con l'hardware "predefinito", ma presto potremo cambiare strategia e crearci uno smartphone con i componenti che vorremo.
Il progetto Ara, "Project Ara", è portato avanti da Google, il quale è vicino ad una soluzione che permetterà di creare il primo smartphone modulare.
Il primo modello si chiamerà "Gray", perchè sarà di colore grigio, e arriverà molto probabilmente già entro gennaio 2015; il capo del progetto Ara, Paul Eremenko, ha dichiarato che anche se non avrà un design molto elaborato permetterà di cambiare i componenti molto facilmente. La "base" costerà solamente 50 dollari, mentre per i prezzi dei componenti bisogna ancora aspettare, ma dovremmo essere in grado comunque di risparmiare molto, soprattutto pensando al futuro.
Perchè in questo modo oltre a costruirci il nostro smartphone pezzo per pezzo, saremo anche in grado di effettuare upgrade importanti, sostituendo addirittura il processore e non dover cambiare in continuazione device per stare al passo con i nuovi requisiti minimi dei sistemi operativi o dei nuovi giochi.

Google però non è il solo che sta progettando uno smartphone modulare, c'è anche Vsenn, una startup finlandese avviata da un ex dipendente Nokia. L'azienda ha dichiarato che vuole dare l'opportunità all'utente di "poter creare lo smartphone perfetto, con componenti hardware migliorabili".
A differenza del progetto Ara, con lo smartphone modulare Vsenn potranno essere cambiati solamente quattro componenti: processore, RAM, fotocamera e batteria; quindi meno personalizzabile del principale concorrente, ma sarà comunque possibile: installare Android Stock (la versione pura del sistema operativo, senza modifiche del produttore) e gli aggiornamenti successivi per almeno 4 anni; avere la possibilità di una crittografia a 3 livelli; e cambiare le scocche posteriori per avere così uno smartphone dal design sempre nuovo oltre che da un hardware, e software, sempre aggiornato.
Anche questo smartphone modulare non dovrebbe tardare il suo arrivo e uscire comunque poco dopo l'uscita di quello di Google.

Chrome non si apre più o non funziona bene? Ask non si toglie? Google propone il proprio SRT

Quelle citate nel titolo del post sono solo alcune delle ricerche più effettuate su Google per problemi relativi al browser Chrome. La maggior parte dei programmi Adware, infatti, intacca principalmente il browser, oltre a causare danni al computer con, la maggior parte delle volte, pop-up dannosi.

La soluzione arriva proprio da Google, con il suo Software removal tool. Questo semplice tool analizzerà Chrome per trovare programmi che vanno in conflitto o che disturbano la navigazione, ma analizza anche il sistema operativo alla ricerca di software malevoli così da ripulire l'intero PC da programmi fastidiosi e tornare a navigare in tranquillità.
Se anche non dovesse trovare niente, Software removal tool (SRT) permette di effettuare un completo reset al browser, così da non doverlo reinstallare da capo.
Questo nuovo tool è sicuro perchè è realizzato da Google, è efficiente perchè oltre a sistemare i problemi più noti tenta di scoprire anche virus all'interno del sistema operativo e soprattutto permette di risparmiare molto tempo grazie al reset completo, rimuovendo così anche toolbar varie o disturbi soliti (come motori di ricerca alternativi).
Insomma Google questa volta l'ha pensata veramente giusta. Ha dato ai propri utenti non solo uno strumento veramente utile per riparare tutti i soliti problemi che colpiscono il browser dei meno esperti ma l'ha dato anche in modo totalmente gratuito.

Chromebook: cos'è e dove acquistarlo, la recensione con i Pro e Contro

Il primo modello di Chromebook ha visto la luce nel lontano dicembre 2010 ed era il modello Cr-48, prodotto interamente da Google. Anche se è passato qualche anno quello stesso Chromebook potrebbe dare del filo da torcere anche a qualche Notebook un po' più recente, potendo puntare sul processore Atom N455 e 2 GB di RAM, senza tralasciare le 8 ore di durata della batteria.

A distanza di qualche anno questi portatili si sono evoluti e sono stati prodotti anche da altre case, come Acer, HP e Samsung, e hanno conquistato una larga fetta di mercato statunitense (1 portatile su 4) visto che ora montano anche processori ben più potenti.
Per chi non ne ha mai sentito parlare, i Chromebook sono computer portatili che come sistema operativo non hanno i comuni Windows, Mac o Linux ma naturalmente, come dice lo stesso nome, hanno preinstallato il Chrome OS, ovvero il normale browser Google Chrome con dei miglioramenti specifici per essere ambientato su desktop, e con le app ottimizzate (come se fossero dei veri e propri normali programmi).

Ma entrando più nel dettaglio vediamo più da vicino i pro e i contro di questi portatili:

1) Incredibilmente veloce: gli ultimi modelli montano il processore Intel Celeron 2955U da 1,4 GHz e alcuni arrivano anche a 4 GB di memoria RAM. Hanno tempi di avvio eccellenti e con un massimo di 10 secondi potremo avere tutto acceso.

2) Costa poco: nonostante la concorrenza può benissimo portar via il posto a numerosi notebook che con le stesse caratteristiche superano anche i 300 euro. Il Chromebook invece rimane sui 200, essendo equipaggiato con un sistema Linux-based.

3) Semplice da utilizzare: per la sua natura il Chromebook in facilità d'uso assomiglia a un tablet. Non ha bisogno della solita manutenzione che su un PC normale bisogna effettuare quasi per forza periodicamente, e soprattutto non si blocca, non ci sono problemi, non bisogna chiamare esperti per sistemazioni varie ed è esente dai virus (per ora).

4) Batteria inesauribile: il punto forte di questi portatili è senz'altro la batteria. La durata media di tutti i modelli varia da 6 a 8 ore, ma alcuni arrivano anche a 9-10 ore di utilizzo.

5) C'è solo il Browser: questo potrebbe essere un pro per qualcuno e un contro per altri. Il fatto è che la maggior parte degli utenti passa la giornata su Internet quindi non ha bisogno continuamente di Word, Excel, AutoCad, Photoshop o programmi di questo tipo, ma è sufficiente che ci sia il browser con le varie applicazioni web e i siti internet.
6) I "programmi" disponibili: le applicazioni sul Chrome Web Store sono un po' limitate per quanto riguarda il lavoro, e dato che non possiamo installare programmi esterni dobbiamo arrangiarci con quello che c'è. Bisogna anche dire però che Google si è dato da fare per permettere a tutti di avere un pacchetto di Office alternativo, ovvero le "Google Apps for Work": troviamo un elaboratore di testi, un foglio di calcolo, un programma per le presentazioni, un calendario e tanto altro utilizzabile anche offline.
Anche al di fuori di casa Google, sullo Store, sono presenti tantissime altre app in grado di sostituirsi ai soliti programmi.

7) Tutto sul Cloud: la maggior parte dei file viene salvata sul Google Drive, il cloud di Google, dato che per essere ancora più veloce dispone, al posto dei classici hard disk, degli SSD, i quali non sono ancora di dimensioni elevate.
Per gli utenti Chromebook, il Google Drive è di 100 GB e i file più utilizzati vengono salvati comunque in locale.

8) Prestazioni non eccellenti: naturalmente stiamo parlando di un Chromebook e non di un computer normale. Le prestazioni sono buone ma ovviamente non sono comparabili con quelle di un PC Windows o di un MacBook. Se non abbiamo troppe pretese possiamo utilizzarlo comunque senza problemi, senza aspettarci di poter fare grandi cose.

Per tutte le altre informazioni possiamo tranquillamente visitare la pagina ufficiale di Google dedicata ai Chromebook, anche se sfortunatamente non sono ancora disponibili in Italia, da come si può vedere dalla pagina per l'acquisto.
Fortunatamente però possiamo comunque acquistarli grazie ad Amazon.it cercando semplicemente Chromebook. I modelli sono abbastanza simili quindi scegliere il migliore non è possibile. E' possibile però scegliere con attenzione quello che fa al caso nostro, stando attenti al processore, se è Intel è meglio, all'hard disk, anche se non sono molto grandi, alle dimensioni del monitor, a seconda delle esigenze, e naturalmente a marca e prezzo, i più economici ed efficienti sembrano essere i Toshiba di origine tedesca, ma i classici Acer e HP hanno prestazioni un po' più elevate.

Google vende Motorola a Lenovo: i dettagli e il perchè dell'operazione

Dopo l'acquisizione di Nest Lab e di DeepMind, Google ha deciso di vendere Motorola a Lenovo. La decisione inizialmente sembra essere una mossa sbagliata, soprattutto perchè era stata acquistata da poco, ma in realtà entrambe le aziende ci hanno guadagnato.

Il passaggio è avvenuto per circa 2,91 miliardi di dollari, ovvero 1,41 subito (660 milioni cash e 750 milioni in azioni) e i restanti 1,5 pagabili in tre anni. Google ha deciso di vendere a causa dei guadagni abbastanza bassi degli ultimi due anni, ed arrivata al punto di venderla e di non puntarci ulteriormente.
Dal punto di vista di Lenovo quindi l'azienda è stata comprata ad un prezzo notevolmente minore di quando Google l'aveva acquistata. Big G aveva acquisito la Motorola Mobility per 12,5 miliardi.
Dal punto di vista di Google però, quest'ultimo continuerà ad essere il proprietario di tutti i brevetti Motorola, il punto di forza per il quale era stata portata a termine l'operazione due anni fa (anche se l'azienda cinese potrà comunque continuare ad utilizzarli).
Per Lenovo quindi si apre una nuova frontiera, quella del settore mobile, che tramite Motorola si apre molto più agevolmente e lo stesso CEO Yang Yuanqing ha dichiarato che vuole portare Motorola all'apice dei successi, schierandosi in primis contro Samsung e Apple.

Build With Chrome: giocare con i Lego online

Per tutti gli appassionati dei Lego e non solo, Google ha creato una fantastica app gratuita utilizzabile grazie a Chrome collegandosi semplicemente al sito dedicato.

L'esperimento si chiama Build With Chrome e permette di creare costruzioni con i Lego direttamente online e in 3D. Per cominciare la costruzione non bisogna far altro che collegarsi a questo indirizzo e premere sul pulsante per iniziare.
Non ci sono molte cose da dire, l'unica informazione è che il progetto si integra completamente con Google+ così da poter condividere con le proprie cerchie i progetti creati.
Si possono anche fare delle sfide e raggiungere obiettivi tramite la Build Academy, e tutto questo è disponibile anche con i dispositivi Android grazie al supporto di Chrome al WebGL, così da poter costruire i propri edifici anche tramite il touch screen.

Google acquisisce DeepMind: startup per l'intelligenza artificiale

Google non si è fermata all'acquisto di Nest Labs, ma ha messo a segno un altro colpo: ha acquisito il team di DeepMind, startup per l'intelligenza artificiale.

Sembra una trattativa conclusa senza rivali, e per la quale la modesta cifra di 400 milioni di dollari sembra essere stata una cosa semplice. Invece no, questa azienda è stata contesa con Facebook e Baidu ma Google è riuscita ad avere la meglio.
Del team di DeepMind non si sa molto, e neanche sui prodotti, che sono tutt'ora abbastanza segreti, si sa solo che è un team molto "intelligente" e che negli ultimi anni ha raccolto numerosi scienziati. Google si porta a casa quindi, oltre a 50 scienziati, anche 50 milioni di fondi per le ricerche e presto potremo vedere magari qualche robot umanoide grazie anche al supporto di Big G, ma lo stesso team di DeepMind potrebbe aiutare Google a migliorare il motore di ricerca.
Dunque Google è pronta a sfornare nei prossimi anni qualche oggetto rivoluzionario, che potrebbe cambiare la vita nelle case, rendendo la casa più "smart" grazie alle acquisizioni effettuate e grazie ai nuovi obiettivi che si possono intuire dopo quest'ultimo acquisto.

Google compra Nest Labs per 3,2 miliardi di dollari e punta sulla casa ''smart''

Google ha concluso le trattative per acquisire la Nest Labs. L'azienda è stata fondata da Tony Fadell, ex Apple (ha contribuito alla creazione dell'iPod) e Matt Rogers, anche lui ex Cupertino.

La Nest Labs è diventata famosa, soprattutto negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito, grazie al suo termostato "intelligente" controllabile tramite smartphone, accessoriato anche con un rilevatore di fumo.
Google però è più interessata all'acquisizione del team che ha creato quest'oggetto, perchè hanno dichiarato che ci sono altri stupendi prodotti che verranno commercializzati a breve e che contribuiranno alla domotizzazione delle case.
L'affare si è concluso con Google che sborsa ben 3,2 miliardi di dollari e che fa un piccolo sgarbo ad Apple, dato che, stando ai rumors, anche la Mela avrebbe voluto acquisire la Nest Labs proprio per l'incredibile design dei prodotti.
Fadell e Rogers continueranno a lavorare anche dopo l'acquisto da parte di Google, assieme al loro team, e sicuramente grazie all'appoggio di Google riusciranno a vendere i propri prodotti in tutto il mondo.

Google Chromecast: presentato il dongle che trasforma la TV in Smart

Google ha recentemente presentato Chromecast, uno speciale dongle in grado di trasformare ogni televisore dotato di interfaccia HDMI in una vera e propria smart TV. Tutto questo è possibile grazie a Chrome, che assieme al dispositivo permette lo streaming dal nostro PC, o device mobile, al TV.

Il dongle non è nient'altro che un dispositivo molto simile ad una chiavetta USB ma che al suo interno possiede l'hardware e il software necessario per implementare un certo tipo di funzione.
In questo modo tramite Chromecast sarà possibile visualizzare direttamente sul nostro televisore i video di YouTube o qualsiasi altro sito, regolando anche il volume e senza dover utilizzare necessariamente il computer. E' possibile anche riprodurre file, a patto che questi vengano aperti con Chrome, insomma il browser di Google è essenziale (naturalmente è necessaria una scheda Wi-Fi).
Per il momento è possibile acquistarlo solo negli Stati Uniti al prezzo di 35 dollari ma presto dovrebbe arrivare anche in Italia.
Il supporto è previsto per i sistemi operativi più recenti di Windows e per Mac OS X, ma anche per i device dotati di Android e iOS.

Chrome 27: il 5% di velocità in più e ricerca vocale disponibile anche in Italia

Google ha recentemente rilasciato la nuova versione del browser Chrome, giungendo ormai alla numero 27, integrando tutte le novità che erano già state introdotte nelle versioni beta.

La novità più interessante è l'incremento della velocità per il caricamento delle pagine, ovvero il 5% più veloce rispetto alle vecchie versioni. Non sembra un dato così rilevante ma dato che è già incredibilmente veloce, un cinque percento in più potrebbe essere anche notato.
Google ha anche migliorato il sistema per il controllo ortografico e ha apportato dei miglioramenti all'omnibox, per effettuare ricerche più veloci e con i suggerimenti migliori.
Un'altra novità altrettanto interessante, ma ancora in fase primordiale e con qualche piccolo problema, è la ricerca vocale, utilizzabile immediatamente dopo aver aggiornato Chrome e raggiungendo Google (si avvia cliccando sul piccolo microfono posto sulla search box).
A favore degli sviluppatori ci sono state delle modifiche per facilitare il salvataggio in Google Drive ed è stata introdotta la possibilità di scambiare dati tra client, inoltre sono state chiuse 14 falle per la sicurezza.
Come al solito per l'aggiornamento utilizzate il tool direttamente su Google Chrome oppure recatevi alla pagina per il download dell'installer.

Google: nuova Easter Egg dedicata ad Atari Breakout

Ogni tanto su Google spunta qualche Easter Egg nuova e proprio nel 37esimo compleanno del gioco Breakout, lanciato da Atari, Google ne ha confezionata un'altra.

Questa volta la sopresa si trova all'interno della sezione Immagini, infatti provando a cercare "Atari Breakout" le immagini si trasformeranno in tanti mattoncini da distruggere, facendo rimbalzare la pallina su una base controllata dal mouse. Oggi molti giochi sono basati su Breakout ma il creatore ufficiale è il fondatore di Atari, Nolan Bushnell, mentre Steve Wozniak fu il primo a dare vita al prototipo funzionante del gioco.
Tra le easter eggs dedicate al mondo dei giochi troviamo quella per Pacman e quella per StarCraft, attivabile cercando "Zerg Rush" sul motore di ricerca.

YouTube: ecco i primi canali a pagamento, a partire da 99 centesimi al mese, ma anche Microsoft è al lavoro

Tramite un post sul blog ufficiale di YouTube, Google ha dato il via al futuro della TV su internet. Negli Stati Uniti sono ora disponibili 53 canali visibili solo tramite la sottoscrizione di un abbonamento mensile, direttamente sul sito di video sharing più famoso al mondo.

Il punto forte è naturalmente il prezzo: solo 99 centesimi al mese (per canale), circa 0,75€. Nonostante il basso costo dell'abbonamento ogni canale offrirà anche un periodo di prova di 14 giorni, per aiutare e invogliare l'utente ad abbonarsi a quel canale; molti canali hanno deciso di fare anche degli sconti a chi si abbona per lunghi periodi, come 6 o 12 mesi. I canali variano dalla cucina allo sport, dai cartoni animati alle soluzioni per rimanere in forma, e sicuramente aumenteranno e si espanderanno ancora in altri settori con nuovi format.
Per vedere il servizio in Italia però dovremo aspettare ancora un po', almeno fino a quando qualche imprenditore non decida di mettersi in gioco.
Anche Microsoft sembra che stia lavorando ad un progetto simile, forse da incorporare con la Xbox. Per il momento si vocifera di un box interattivo che, collegato al Kinect, sia controllabile tramite gesture e comandi vocali, quindi senza telecomando, e che permetta di vedere in streaming contenuti video (molto probabilmente in pay-per-view). Il progetto però è ancora in fase di sviluppo ma ben presto anche Microsoft potrebbe entrare in competizione con i major già insidiati nel mercato dello streaming.

Google CAMP: il nuovo antivirus made in Google sarà integrato in Chrome

Google sta preparando un nuovo antivirus, Content-Agnostic Malware Protection (CAMP), che vuole incorporare direttamente nel browser Chrome.

L'idea di Google è di ottenere la massima protezione durante la navigazione, ovvero tramite il browser, il punto più debole del PC, da dove arrivano la maggior parte dei virus.
L'obiettivo che è stato prefissato è quello di arrivare a bloccare il 99% dei virus, tramite un sistema di protezione cloud based. Questo significa che non ci saranno più i soliti pacchetti di aggiornamento da scaricare ogni giorno, ma la navigazione sarà in qualche modo monitorata automaticamente dai server di Google che, se noteranno qualcosa di sospetto, faranno intervenire il software di monitoraggio CAMP e l'antivirus eliminerà la minaccia.
Google CAMP potrebbe già comparire nella prossima versione di Chrome, anche se per il momento sarà una sorta di versione beta, quindi è consigliabile non disinstallare immediatamente l'antivirus, anche perchè l'antivirus locale può svolgere comunque senza alcun problema di incompatibilità le solite funzioni di sicurezza normali per il PC.
C'è anche da ricordare che Google ha ormai da tempo acquisito il noto sistema di sicurezza per l'analisi di siti internet e di file, sempre in modalità cloud, il famoso VirusTotal, che di sicurezza se ne intende non poco. Vedremo allora come si presenterà la nuova feature e se sopratutto non rallenterà troppo la navigazione.

Come ripristinare il vecchio menu contestuale di Google Chrome su Windows

Chi utilizza Chrome su Windows avrà sicuramente notato che il menu contestuale è cambiato. Si è trasformato in uno bianco, a volte molto più ingombrante, e differente da quello solito e standard di Windows.

Molti utenti non hanno trovato questa nuova grafica migliore di quella precedente, che spesso risulta illeggibile o comunque le parole non sono più di lettura immediata, a causa forse di un contrasto poco adatto.
Per tutti gli utenti che desiderano eliminare questa nuova tendina esiste una rapida ed efficace piccola modifica che tutti possono effettuare facilmente, ripristinando il vecchio menu.
Per prima cosa clicchiamo con il tasto destro sull'icona di Google Chrome e selezioniamo proprietà (se l'icona è nella taskbar, una volta fatto tasto dx, clicchiamo ancora con lo stesso sull'icona più in basso di Google Chrome).
Dalla scheda "Collegamento" nel campo Destinazione aggiungiamo uno spazio e due trattini seguiti da disable-new-menu-style. Clicchiamo su Applica e OK.
Ora occorre solo riavviare Chrome per tornare al vecchio menu contestuale e se vogliamo rimettere il nuovo menu basterà cancellare le modifiche effettuate.

Google vuole WhatsApp: pronti 1 miliardo di dollari?

Secondo voci di corridoio, Google sarebbe intenzionata ad acquistare WhatsApp, la famosissima applicazione mobile per iOS e Android che consente di scambiare messaggi di testo, con anche allegati, gratuitamente, a patto di avere una connessione ad internet disponibile.

Google non ha ancora rilasciato dichiarazioni ma la cifra per acquistare WhatsApp potrebbe aggirarsi intorno al miliardo di dollari, proprio come quando Facebook si è portato a casa Instagram.
Ormai chiunque abbia uno smartphone conosce questa applicazione, che poco tempo fa aveva messo paura perfino a Facebook, che è corso subito ai ripari con un miglioramento incredibile all'app Facebook Messenger.
A Google farebbe certamente comodo ottenere la migliore app di messaggistica del momento ma bisogna vedere se sarà disposta a staccare un assegno di un miliardo di dollari e puntare molto anche su questo tipo di mercato.
Anche se per il momento non arrivano né dichiarazioni ufficiali né smentite, una delle possibili cause che potrebbero portare l'affare al compimento potrebbe essere il totale monopolio di Android per quanto riguarda WhatsApp, dove Google potrebbe dare uno grosso dispiacere al rivale iOS di Apple.
Non resta che aspettare qualche informazione in più nelle prossime settimane.

Aggiornamento 10/04/2013: Neeraj Arora, capo della divisione business di WhatsApp, ha dichiarato di non aver intrapreso alcuna trattativa con Google per la vendita della società.

Google Traduttore offline su Android: ora si può!

Google ha aggiornato il proprio traduttore e con la nuova versione arriva anche un'importante possibilità per il mondo Android.

Infatti, tramite l'app, sarà possibile scaricare anche interi dizionari da poter utilizzare in modalità offline. Le lingue disponibili sono tantissime anche se per scaricarne una intera servono all'incirca 150 MB. Questo aggiornamento permette così di avere sempre a disposizione Google Traduttore, anche se non sia ha la possibilità di connettersi ad internet, l'importante è scaricare i vari dizionari, magari tramite una rete Wi-Fi, per non consumare troppo il proprio abbonamento mobile.
In questa versione viene implementata anche la funzione per le traduzioni tramite la fotocamera per la lingua cinese, giapponese e coreana, che, anche se non sono traduzioni che si effettuano tutti i giorni, possono venir comode in alcune situazioni.
Google Traduttore è sempre stato uno strumento utile, l'unica funzione che mancava forse era proprio l'offline mode, dato che non tutti possono sempre avere una connessione a portata di mano, e molti ancora non hanno abbonamenti con i gestori per connessioni alle rete mobile.

Motorola X Phone: uscita prevista per novembre, ecco le caratteristiche

Dall'unione tra Google e Motorola sta per nascere il Motorola X Phone. Molti rumors hanno invaso il web in questi mesi, e proprio durante il Google I/O 2013 gli sviluppatori potrebbero già presentarlo.

Questo nuovissimo modello dovrebbe essere in grado di fronteggiare sia il futuro iPhone che il Galaxy S4; il Motorola X Phone verrebbe messo in vendita verso novembre e sarà così uno smartphone di livello alto.
Stando alle indiscrezioni, sarà dotato di un display da 4,8 pollici Full HD, costituito da un materiale realizzato con fibra di vetro e zaffiro; gli angoli saranno invece equipaggiati con una gomma speciale, per evitare che con vari urti si rovini la scocca. Il resto dovrebbe essere in fibra di carbonio.
L'X-Phone sarà anche impermeabile, quindi resisterà all'acqua.
Passando all'aspetto hardware, si parla di un processore quad-core Qualcomm Snapdragon 800 da 2 GHz con, molto probabilmente, 2 GB di RAM. La fotocamera potrebbe arrivare anche ai 16 MP.
Per supportare il quasi certo Android 5.0 (Key Lime Pie) servirà una batteria da almeno 4.000 mAh, in grado di far funzionare con fluidità il nuovo sistema operativo e di reggere il nuovo hardware molto potente.
Se tutto andrà secondo i piani vedremo questo smartphone durante il Google I/O di maggio, per poi poterlo acquistare nel corso del mese di novembre.

Apple iWatch e Google Smart Watch: gli orologi del futuro stanno per arrivare

Sarà dunque in una fibra di vetro il nuovo ritrovato dell'Apple, l'iWatch, sulla cui uscita e sul cui aspetto si favoleggia ormai da settimane, senza avere nessuna conferma dall'azienda di Cupertino.

Fonti interne, tuttavia, sembrerebbero essere a capo delle indiscrezioni che si leggono sui giornali statunitensi, soprattutto sul New York Times, e che sono poi prontamente riportate dalla stampa italiana. Sarà quindi un bracciale che si adatta perfettamente a qualsiasi tipo di polso e che tramite la tecnologia bluetooth dovrebbe poi collegarsi agli altri strumenti targati Mela: iPod Touch, iPhone e iPad.
Una sorta di pass-partout per avere sempre alla propria portata la tecnologia Apple, in modo pratico e veloce. Il dispositivo sarà inoltre fornito di sensori interni, con accelerometro e giroscopio, che consentiranno di orientare il piccolo display, assecondando i movimenti del braccio. Ad ogni modo, il nuovo dispositivo, non cannibalizzerà, come accaduto altre volte in passato, gli atri strumenti dell'azienda, e sarà quindi solo un supporto. Del resto, considerando gli schermi sempre più grandi di iPhone, e la natura stessa dell'iPad, sarebbe impossibile su un display da due pollici utilizzare a pieno le sempre nuove applicazioni pensate dagli sviluppatori.

Google sfida Evernote: avvistato Google Keep!

Pochi giorni fa erano iniziate a circolare voci su un possibile nuovo servizio offerto da Google. E' stato proprio Astro Teller, lo scienziato a capo del team che lavora ai prototipi (segreti) targati Google, a svelare durante l'SXSW 2013 che entro fine mese Google avrebbe sfornato qualcosa di nuovo.

Ora si sa per certo che il servizio sarà Google Keep, che per qualche istante è stato reso noto tramite l'indirizzo https://drive.google.com/keep/ ma che ora è irraggiungibile. Questo nuovo prodotto dovrebbe essere qualcosa di simile a Evernote, e sarà utile per prendere appunti e salvarli direttamente su Google Drive.
L'azienda di Mountain View quindi sfiderà l'ormai già molto noto Evernote, partendo con il vantaggio di poter far anche scaricare i propri appunti in un qualsiasi formato.
Lo stile di questo nuovo tool sembra essere quello solito di Google: semplice e minimale, ma funzionale. Dopo l'annuncio della chiusura di Google Reader, avvenuto in questi giorni, Keep sembra quasi che andrà a prendere il suo posto e, anche se non si tratta proprio della stessa cosa, questo nuovo servizio cercherà di facilitare la vita dei navigatori con altre funzioni. Non manca infatti il motore di ricerca interno, che permette di ricercare facilmente informazioni tra i nostri appunti, oltre alla possibilità di inserire immagini, link e veri e propri elenchi all'interno dei documenti.
Ormai manca solo l'avvio ufficiale, che dovrebbe avvenire a breve, e sarà comunque bello vedere anche la controrisposta di Evernote.

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